Politica

Azzurri alla finestra sul manager: vediamo cosa fa

Gli scettici di Forza Italia ora sono possibilisti: «Se allarga la coalizione ben venga il contributo»

Fabrizio de Feo

Roma Nel giorno in cui Stefano Parisi lancia la sua sfida - far nascere «una comunità politica nuova che tiri fuori il meglio dell'Italia» - Forza Italia osserva e pesa le parole del manager sempre più deciso a proporsi come «rigeneratore» del centrodestra. Sul manager di Chili non arriva fuoco amico, quanto piuttosto attenzione e curiosità, condita al massimo da un approccio di pragmatismo attendista, all'insegna del «vediamo cosa sarà in grado di fare».

«Conosco Parisi da oltre trent'anni, siamo amici da una vita. Nessuna ostilità. Se Parisi allarga il perimetro, l'offerta politica del centrodestra non possiamo che essere felici. Vedremo cosa riuscirà a fare, chi riuscirà a ricoinvolgere nell'area del centrodestra. Braccia aperte, non c'è nessuna ostilità» dice Renato Brunetta. «Di federatore ce n'è uno: Berlusconi. E continua ad esserci, perché Berlusconi c'è. Ha fatto un miracolo nel '94, continua a farne. Noi pensiamo che Berlusconi debba continuare ad avere un ruolo di federatore attivo. Il centrodestra unito è competitivo e vincente, tutte le volte che ci siamo spaccati abbiamo perso». Una linea, quella di Brunetta, che in qualche modo si avvicina a quella di Angelino Alfano per il quale «se ci fosse una riaggregazione dell'area moderata, l'unico interlocutore sarebbe Berlusconi non Parisi. Questo per la mia storia personale e perché il 12% di Forza Italia è tuttora legato alla figura di Berlusconi».

Chi si presenta alla convention «perché è giusto essere qui ad ascoltare» è Mariastella Gelmini «fiduciosa nel contributo di Parisi» e limpida in merito alla collocazione di Forza Italia: «Siamo all'interno di una coalizione di centrodestra da sempre, vogliamo continuare a farlo in alternativa al governo delle chiacchiere di Renzi». Lo stesso fa il presidente del consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo «contento perché qui anziché gli slogan o le urla, qui ci sono le idee». Lucio Malan saluta, invece, con soddisfazione la presenza dell'organizzatore del Family Day Gandolfini a Megawatt, «una scelta coraggiosa e identitaria. In sintonia con la grande maggioranza degli italiani». Alla convention si vede anche Claudio Scajola. «Quello che Parisi ha incominciato a dire sono cose che ho sempre condiviso. Erano la storia di Forza Italia quando è nata con Berlusconi».

Chi stuzzica Parisi dalle sponde politiche di Fratelli d'Italia è Giorgia Meloni attraverso un appello agli alleati. La domanda è secca: «Cosa succede se Renzi perde il referendum? Deve e o non deve andare a casa?». A metà giornata arriva la risposta di Parisi, che ribadisce la richiesta di «dimissioni di Renzi».

Il motivo? «Una delle cose più importanti della politica è almeno la coerenza delle cose che si annunciano».

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