Politica

Azzurri sulle barricate: Padoan e Orlandi in Aula

Non è una commedia degli equivoci. Anzi, a ben vedere non è neppure una commedia: perché in ballo c'è l'agenzia delle Entrate e, dunque, l'intera politica fiscale del governo

RomaNon è una commedia degli equivoci. Anzi, a ben vedere non è neppure una commedia: perché in ballo c'è l'agenzia delle Entrate e, dunque, l'intera politica fiscale del governo. Accusato da più parti di «occhieggiare» all'evasione, da sempre in Italia assai più popolare dell'esattore del Fisco, specie in tempi di premier piacioni ed elezioni che s'avvicinano. Così si fa strada l'idea che dietro la richiesta di dimissioni del direttore dell'agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ci siano più manine e più registi occulti; ma soltanto al ritorno di Matteo Renzi dal Sudamerica, e forse ad acque calme, si riuscirà a capirne qualcosa in più.

Di certo è in atto uno scontro violento nella maggioranza, con forze di Palazzo e forze politiche che spingono in direzioni varie. Ieri il sottosegretario che ha lanciato la pietra, Enrico Zanetti, capo politico di ciò che resta di Scelta civica , si è incontrato al Mef con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nella consueta riunione settimanale. Incontro freddo, dal quale però Zanetti ha colto l'opportunità di andare avanti nella propria iniziativa da guastatore. «Mai chiesto le dimissioni della Orlandi e nessuna smentita del ministro: quel che sostengo io lo condividono tutti, anche Renzi e Padoan...». Poi ha insistito nella richiesta di verifica politica, non appena Renzi tornerà: «Noi nel governo che fa morire l'agenzia delle Entrate non ci vogliamo stare». Dalle parti renziane del Pd, a cominciare dal capo dei deputati Rosato, ci si dice sicuri, invece, che Zanetti «parli a titolo personale». E l'ex Pippo Civati, tanto per metterci un po' di veleno in più: «Zanetti non parla da solo, è coperto. Evidentemente Renzi vuole cambiare la Orlandi».

Un intervento di Padoan oggi pomeriggio al question time di Montecitorio potrebbe intanto chiarire - come chiede Sel - «se il governo ha cambiato strategia nel contrasto all'evasione fiscale». Ma il ministro pare non abbia voglia d'esporsi, dopo la tiepida nota di difesa alla Orlandi e le misteriose istruzioni ricevute dal premier. Potrebbe avere un certo peso persino la solita guerra interna al Pd (lo sostiene la portavoce forzista Bergamini), mentre l'ex ministro Vincenzo Visco, mentore della Orlandi, si dice assolutamente certo che «vogliono smontare l'Agenzia. Però sarebbe un suicidio». Anche Forza Italia è sulle barricate: Brunetta e Romani scrivono ai presidenti di Camera e Senato di convocare con urgenza Padoan e la Orlandi. La fa più facile il deputato pd Boccia: «Si chiudano in una stanza del Mef e decidano».

Forse ha persino ragione, a patto che buttino via pure la chiave.

Commenti