Finale di partita

Balo-Cassano, non è solo colpa loro

Sono tipi difficili ma sono talento. gol, assist, forza, dribbling. Possibile che non ci sia una squadra per loro?

Balo-Cassano, non è solo colpa loro

Non è solo un problema loro, di Antonio Cassano e Mario Balotelli. Senza squadra il 27 luglio, a un mese dalla chiusura del calciomercato.

Sono tipi difficili, sono tutto quello che abbiamo visto e letto negli ultimi anni: follie, intemperanze, protagonismi, liti, difficoltà di gestione. Però sono talento. Sono gol, assist, forza, dribbling. Possibile che non ci sia una squadra per loro? Mettiamo che, uno per ragioni anche anagrafiche (Cassano, 33 anni), l'altro solo per questioni caratteriali e per non aver giocato mai l'anno scorso, non possano oggi sperare di andare in nessuna squadra di prima fascia d'Europa. Quindi quelle che cominciano la stagione per andare in Champions. Metti anche che lì, in quei club, ci siano giocatori oggi più forti (non è sempre vero, ma diamolo per vero). Metti insomma tutte queste cose, la domanda è: e le altre? C'è un'intera platea di possibili destinazioni. Tre-quarti delle squadre europee non hanno giocatori così forti. Nessuna si fa avanti, almeno non ufficialmente. Silenzio. Anzi, di più: quando sembrano poter trovare una sistemazione, arriva lo stop, qualcosa tipo «no, per carità, quello no». Come se il calcio fosse solo buone maniere.

La verità è che manca coraggio. Due volte: quello di rischiare di prenderli e quello di rischiare di perderli. Perché se li prendi e loro conquistano la gente, poi diventa un problema. Cassano e Balotelli si sono spesso cercati i guai nei quali si sono infilati, ma sono giocatori di calcio e a calcio sanno giocare. Se stanno a casa perché sono difficili, significa soltanto una cosa declinata in più versioni: che gli allenatori preferiscono bravi ragazzi, anche se sono più scarsi; che è meglio essere nella media senza follie, che avere follie e provare a essere sopra la media. Non è una vittoria del calcio, questa. È piuttosto una sconfitta mascherata dal falso mito dell'«educazione prima di tutto».

Strappa qualche applauso, ma è solo una bugia detta bene.

Commenti