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Una bambina autistica in gita con gli educatori scomparsa nei boschi

La piccola, 12 anni, si è allontanata dal gruppo. Forse è stata spaventata da un cane

Una bambina autistica in gita con gli educatori scomparsa nei boschi

Come può una bimba di 12 anni (nella foto), autistica, «sfuggire al controllo» degli educatori a cui era stata affidata? È questa la domanda, solo apparentemente banale, che da ieri alle 11.30 continuano a porsi tutti, nella speranza che un «lieto finale» stemperi la tensioni per una scomparsa che non promette nulla di buono. Siamo a Serle, in provincia di Brescia.

La bambina di cui si sono perse le tracce era in una zona boschiva in compagnia di altri suoi coetanei (tutti con problemi di disabilità): un gruppo di 15 giovanissimi che sarebbe dovuto essere accudito e sorvegliato con cura dagli accompagnatori dell'istituto dove minori vengono assistiti: una «cura» che però, evidentemente, non è stata tale, se è vero com'è vero che la bimba è «sparita» nel nulla senza che nessuno degli educatori se ne accorgesse.

C'è chi ipotizza che «la ragazzina si sia spaventata alla vista di due cani e per questo si sia allontanata tra i boschi». Circostanza che, anche se fosse vera, non alleggerirebbe certo le responsabilità degli adulti della comitiva. La macchina dei soccorsi si è «subito» messa in moto coinvolgendo oltre cento persone. Ma fino a ieri sera nessuna notizia né traccia della bimba che potrebbe aver camminato molto, raggiunto anche le montagne di Caino e Neve, zona particolarmente impervia e pericolosa. «Lei è una gran camminatrice», dicono i suoi genitori. Ed è un particolare che, in un tale contesto, non aiuta ad essere ottimisti. Il coordinamento delle operazioni di ricerca è particolarmente difficoltoso perché nella zona boschiva (caratterizzata dalla presenza di molte grotte) i telefoni cellulari hanno una copertura molto limitata. Forze dell'ordine e soccorritori invitano chi dovesse «avvistare la ragazzina o avere informazioni utili a trovarla di contattare il 112 o il numero 0306898676». La mobilitazione è imponente. E, come sempre in casi analoghi, spuntano pure gli immancabili «cani molecolari»; che, almeno per una volta, speriamo servano a qualcosa. Altri rinforzi sono pronti a partire, in primis gli specialisti nel soccorso alpino, fluviale e speleologico.

La bambina, che indossa una maglia gialla e pantaloni a fiori, potrebbe infatti essersi persa o - peggio - essersi ferita. Forse sta cercando aiuto. Ma qualcuno riuscirà a sentirla? Al momento l'area scandagliata palmo a palmo è quella di Cariadeghe, altopiano che fa parte di un parco naturale posizionato tra la Val Gobbia e la Valle Sabbia, nel Comune di Serle.

Secondo i genitori della bimba, la figlia è «coraggiosa» e «perfettamente in grado di interagire con le altre persone»; anche per questa sua capacità di essere capace di «badare a se stessa» la piccola non era considerata tra le persone più «problematiche» da non perdere assolutamente di vista. Una sottovalutazione che però potrebbe essersi rivelata fatale, configurando (soprattutto se le cose dovessero prendere una piega drammatica) anche profili di responsabilità penale. Trovarla è, al momento, la priorità assoluta.

Poi verrà il tempo delle polemiche.

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