Economia

La Banca d'Italia vede rosa: "La fine della crisi nel 2019"

Palazzo Koch rafforza le stime di crescita: Pil a +1,4% Ma il debito pubblico è da record: 2.278,9 miliardi

La Banca d'Italia vede rosa: "La fine della crisi nel 2019"

Bankitalia, nel suo Bollettino economico di luglio, indossa gli occhiali rosa e alza le stime di crescita per il triennio in corso, sostenendo inoltre che, nonostante i recenti crac bancari, è diminuita la percezione del rischio Paese. Tuttavia per recuperare i livelli di benessere, ovvero di prodotto interno lordo, del 2011, ci vorranno altri due anni, sempre che la politica monetaria europea rimanga accomodate, che il rialzo graduale dei tassi sia graduale e che non si assista a «tensioni nel sistema finanziario, né episodi di significativo aumento della volatilità e dei premi per il rischio». Anche così comunque sia il livello del Pil sarà inferiore del 3% rispetto al 2007, l'anno precedente all'inizio della recessione. Nel frattempo, come certifica il Bollettino di Via Nazionale, il debito pubblico ha raggiunto a maggio nuovi record a quota 2.278,9 miliardi, 8,2 miliardi in più rispetto ad aprile a causa, prevalentemente, del fabbisogno mensile delle amministrazioni pubbliche (7 miliardi).

«Le proiezioni di crescita qui formulate sono nel complesso più positive di quelle delle principali organizzazioni internazionali» si legge nel Bollettino diffuso ieri da Palazzo Koch che ha ritoccato all'insù le stime di Pil sul triennio in corso: per fine anno è attesa una crescita dell'1,4% (mezzo punto percentuale in più rispetto alle stime di gennaio) e per i prossimi due anni la stima è rispettivamente di un +1,3% e di un +1,2% rispetto al precedente rialzo atteso all'1,1 per cento. La nuova previsione riflette «l'accelerazione dell'attività economica di inizio anno, nonché sviluppi più favorevoli della domanda estera e dei mercati delle materie prime energetiche». Le retribuzioni di nel settore privato non agricolo sono poi previste in aumento del l'1 per cento quest'anno e il prossimo, e dell'1,7 nel 2019. Sul fronte dei prezzi, l'inflazione dovrebbe poi rimanere «modesta» nel triennio in corso, attestandosi all'1,4% nel 2017, all'1,1% nel 2018, fino ad arrivare, nel 2019, all'1,6% per effetto di una accelerazione delle retribuzioni.

Ignazio Visco vede rosa anche sul fronte industriale. «Nei sondaggi della Banca d'Italia le imprese si dichiarano più ottimiste circa la situazione economica generale; i giudizi sulle condizioni per investire sono migliorati in tutti i comparti. Le imprese segnalano inoltre che l'accumulazione di capitale, indebolitasi nel primo trimestre, si sarebbe riavviata in primavera, e ne prefigurano un'accelerazione nella seconda metà del 2017». Il miglioramento delle prospettive economiche del Paese, stando a quanto riportato da Palazzo Koch, è riflesso anche dall'andamento borsistico delle banche che, tra marzo e giugno, hanno messo a segno un rialzo del 15, più del doppio della media europea, e dai premi sui corrispondenti credit default swaps (Cds) che «sono in media scesi (di 82 punti base)». Uno scenario su cui non hanno influito i recenti crac bancari per cui l'intervento pubblico ha salvaguardato correntisti e obbligazionisti senior.

Tra le buone notizie segnalate da Palazzo Koch vi è anche il ritorno del flusso dei nuovi crediti deteriorati, ai livelli del 2008, primo anno della crisi globale. Nel primo trimestre del 2017 il flusso è rallentato al 2,4% con un andamento diversificato per imprese (+3,6%) e famiglie +1,6 per cento.

Migliora anche il tasso di copertura delle banche sui prestiti a rischio: per i gruppi i più grandi, vigilati dalla Bce, il tasso di copertura è del 52,8% alla fine del trimestre, otto punti in più rispetto alla copertura media delle principali banche europee.

Commenti