Politica

Banca svizzera maxi evasione da 409 milioni

Cristina Bassi

Milano Un mondo sommerso di denaro, in parte riemerso grazie alla «voluntary disclosure» (strumento per regolarizzare i patrimoni occultati all'estero), in parte ancora da scoperchiare. Nel quale si muovevano, per conto della banca di Lugano Pkb Privatbank, abili relationship manager che reclutavano clienti in Italia e li aiutavano ad evadere il Fisco. È il quadro disegnato dall'inchiesta coordinata dal procuratore di Milano Francesco Greco e dal pm Elio Ramondini e condotta dalla Guardia di finanza. Gli indagati sono 18 manager dell'istituto di credito, per lo più residenti in Italia. Sono accusati di riciclaggio e frode fiscale. Ieri la Gdf ha perquisito gli indagati e fatto ispezioni informatiche nella controllata italiana Cassa Lombarda.

L'inchiesta è nata dalle verifiche da parte dell'Agenzia delle entrate sulla documentazione di 198 clienti milanesi che hanno portato in Svizzera in totale 409 milioni di euro per sottrarli al Fisco e poi li hanno dichiarati aderendo alla voluntary del 2015. I manager di Pkb, cui gli inquirenti sono arrivati interrogando una cinquantina di quei clienti, sapevano che il denaro raccolto era frutto di evasione. E davano anche consigli ai clienti su come ingannare il Fisco. «Abbiamo analizzato - spiega Greco - un milione e mezzo di contatti telefonici e mappato l'attività di questi operatori bancari, verificando l'esistenza di una stabile organizzazione occulta». Aggiunge il procuratore: «Esistono una banca dati nazionale dei 130mila italiani che hanno aderito alla voluntary e una lista di 250 banche oltreconfine dove sono stati depositati i soldi». Di questi istituti ben sei hanno di recente fatto ricorso, dopo le domande mirate delle autorità italiane, alla voluntary disclosure. Avevano infatti evaso il Fisco in relazione agli interessi incassati su finanziamenti concessi a clienti italiani. L'indagine non è l'unica che la Procura di Milano sta portando avanti su banche estere. «Stiamo monitorando anche altri istituti e le indagini non si fermano», conclude Greco. Il predente è l'inchiesta su Credit Suisse Ag.

In quell'occasione era emerso che i manager avevano anche una sorta di manuale per aggirare i controlli sull'attività svolta in Italia: mai soggiornare nello stesso hotel per più di tre giorni e far figurare la trasferta a Milano come un viaggio di piacere.

Commenti