Cronache

Banche, aziende e sport: tutte le bugie dei tedeschi

Dai tassi sui mutui truccati agli aiuti di Stato alle imprese fino alle mazzette per avere i mondiali di calcio. Altro che efficienza e serietà

Banche, aziende e sport: tutte le bugie dei tedeschi

Altro che mito infranto. Lo scandalo Volkswagen ha dimostrato una volta di più che le decantate virtù tedesche sono solo chiacchiere. Ora molti si domandano come sia possibile che la più grande industria tedesca truffasse il mondo intero e che il governo di Berlino ne fosse perfettamente a conoscenza. La risposta è semplice: sono abituati a farlo. E poi sbeffeggiano noi italiani. Certo, non siamo perfettini come invece appaiono i tedeschi e non nascondiamo i nostri difetti come fanno loro. A Berlino, infatti, sono piuttosto abili nel tenere ben chiusi negli armadi i propri scheletri oppure a risbatterli dentro se dovessero fare capolino. I tedeschi sono orgogliosi e il marchio Germania deve restare un mito, perciò bisogna insabbiare, ripulire e rilanciare pesantemente l'immagine ogni volta che questa viene offuscata da uno scandalo. Sono proprio bravi nel farlo. Molti avranno scordato quante volte i virtuosi d'Europa hanno truffato, corrotto e manipolato i mercati, spalleggiati o coperti dal governo.

Dopo quello Volkswagen, il caso più famoso è quello che vede coinvolta la Deutsche Bank, uscita con le ossa rotte da maxi multe e da inchieste internazionali, tra cui il cosiddetto scandalo Libor. La scorsa primavera le autorità americane e inglesi le hanno comminato 2,5 miliardi di dollari di ammende per aver manipolato i tassi Libor, Euribor e Tibor (regolano i mutui e le operazioni con i clienti oltre che i prestiti tra banche). Multe che si aggiungono a quella di 1,7 miliardi di euro inflitta nel 2013 da Bruxelles sempre sul Libor e su altri indici truccati sempre con il fine di guadagni finanziari illeciti. Non basta. Nel 2012 fu segnalata alla Sec (equivalente americana della Consob) da tre dipendenti della Deutsche Bank un buco di 12 miliardi di dollari, nascosto truccando i conti con operazioni di finanza creativa.

La Deutsche Bank è stata anche protagonista negli stress test di fine 2014, cioè degli esami che dovevano testare la solidità delle banche europee. L'istituto di credito aveva un'esposizione ai derivati stimata in 75mila miliardi di dollari, in pratica cinque volte il Pil della Ue. Numeri da far paura. Eppure è riuscita a superare gli stress test in tranquillità, come tante altre banche tedesche. Come hanno fatto? Ci ha pensato mamma Merkel, sfilando dal check up europeo le sue Landesbank (che rischiavano la bocciatura) e provvedendo a grandi iniezioni di liquidità: secondo Eurostat, l'intervento pubblico tedesco ha pesato circa 250 miliardi. E in Italia? Solo pochi miliardi di Monti bond.

Eppure la Commissione europea non ha mai aperto bocca sugli aiuti di stato tedeschi. Come mai? Semplice, alla Germania è permesso barare. E loro non ci pensano due volte a truccare le carte oppure a corrompere. Come ha fatto più volte un altro colosso tedesco, la Siemens, che è finita sotto inchiesta per aver pagato 70 milioni di tangenti a politici e funzionari greci. Il gigante tedesco, che ha aggiornato il sistema delle telecomunicazioni ellenico, ha ammesso di aver effettuato anche pagamenti in nero per 1,3 miliardi di euro in occasione delle olimpiadi di Atene del 2004, costate il triplo del previsto. Ma lo scandalo tangenti ha coinvolto altre aziende tedesche per le mazzette versate allo scopo di vendere armamenti alla Grecia. Si parla di oltre 20 milioni di euro per l'acquisto di sottomarini Poseidon, carri armati Leopard e missili Stinger.

A rendere più incisiva l'onestà tedesca si aggiunge la recente richiesta del parlamento di Berlino di aprire un'inchiesta sulla concessione dei Mondiali 2006 di calcio alla Germania. Anche qui si parla di corruzione ai più alti livelli. Insomma, l'assegnazione della Coppa del Mondo fu influenzata da una fornitura di armi all'Arabia Saudita e da grossi investimenti in Paesi asiatici. I tedeschi sono abituati a navigare in acque torbide.

Dal rapporto di Visa Europa della scorsa estate, infatti, risulta che il Paese con la più consistente economia sommersa in Europa è la Germania: 350 miliardi di euro. E poi i furbetti sono gli italiani?

Commenti