Politica

«Le banche centrali eviteranno la catastrofe»

La Bce amplierà gli acquisti entro aprile e la Fed tarderà ad alzare il costo del denaro

«Al momento ci sono le condizioni per una tempesta perfetta. Ma la catastrofe si può ancora evitare», sintetizza Vincenzo Longo, market strategist di IG.L'inizio dell'anno è stato drammatico per i mercati. Era da mettere in conto? E, soprattutto, cosa dobbiamo aspettarci?«Ai mercati sono venuti a mancare gli appigli che c'erano fino a sei mesi fa. Il rialzo dei tassi, deciso dalla Fed nonostante uno scenario molto precario, ha esacerbato le tensioni legate alla frenata della Cina, alla caduta dei prezzi del petrolio e all'instabilità medio-orientale. Ora si è aggiunta anche la minaccia nord-coreana. E si vende. È in atto una forte rotazione dei portafoglio da parte degli investitori istituzionali, anche perchè il rapporto tra quotazioni e utili di molti titoli potrebbe diventare insostenibile alla luce del rallentamento dell'economia mondiale».George Soros sostiene che la situazione attuale ha analogie sinistre con quanto accaduto nel 2008: è d'accordo?«In parte. I default, già nell'agosto scorso, di alcune aziende cinesi avevano forti similitudini con quanto avvenuto negli Usa nel 2008. La situazione è dunque seria, ma solo l'esplodere di un bubbone come il debito pubblico Usa, o il crollo verticale delle materie prime, potrebbe generare uno choc paragonabile a quello del 2008. Al momento, siamo ancora distanti da quell'appuntamento».Perché?«Osservi le quotazioni dell'oro: non sono schizzate. Ciò significa che i mercati vedono una luce in fondo al tunnel, malgrado per il momento stia prevalendo la classica flight to quality, la ricerca di porti più sicuri come lo yen, i bund e l'oro stesso. Una certa prudenza è del resto d'obbligo. Pensi a quei fondi che si sono presi in faccia un -8% in pochi giorni: restano cauti, in attesa che passi la tempesta».Ma passerà, la tempesta?«Le banche centrali avranno ancora un ruolo determinante nel governare gli eventi. Se Piazza Affari domani (oggi, ndr) dovesse scendere sotto quota 20mila, ci sarebbero i presupposti per una ulteriore discesa fino a 18mila punti entro il primo trimestre. Ma gli indici potrebbero poi recuperare, riportandosi attorno a 21mila, se la Bce amplierà il piano di acquisto di titoli tra marzo e aprile. Per i mercati sarebbe un'autentica scossa».E la Federal Reserve? Non crede che in caso di peggioramento del quadro economico-finanziario interno e internazionale potrà far retromarcia, tagliando i tassi e varando il quarto round di quantitative easing?«Non credo, sarebbe un errore madornale. Per far cambiare idea alla Fed occorrerebbero dati veramente negativi. Sono però anche convinto che quest'anno la banca centrale Usa tarderà ad alzare ancora il costo del denaro, dando una mano a Wall Street, che in caso contrario rischierebbe di veder scivolare il Dow Jones sotto i 15mila punti. La Fed deve assolutamente evitare che dal settore energetico si scateni un choc sistemico che avrebbe impatti anche sul reddito fisso, creando il caos sul mercato».Insomma: ancora il settimo cavalleggeri delle banche centrali a suonare la carica...

«Inevitabile, ma non scordiamoci che i benefici derivanti dalla politica monetaria non possono durare in eterno».RPar

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