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Bandiera del Reich, Pinotti minacciata dai neonazisti: "Pronta a querelare"

Il ministro della Difesa annuncia di voler intraprendere azioni civili contro i neonazisti che l'hanno minacciata per aver criticato l'esposizione di una bandiera del Secondo Reich all'interno di una caserma dei carabinieri a Firenze

Bandiera del Reich, Pinotti minacciata dai neonazisti: "Pronta a querelare"

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti annuncia querele per avere ricevuto minacce da parte di attivisti neonazisti dopo il caso della bandiera neonazista esposta nekla caserma dei carabinieri Baldisserra di Firenze.

Il caso risale allo scorso sabato, quando la titolare della Difesa aveva annunciato provvedimenti "molto seri" contro il militare responsabile di aver esposto in caserma una bandiera di guerra del Secondo Reich: uno stendardo mai rientrato fra i vessilli ufficiali del regime nazista o del Terzo Reich ma comunque di gran moda fra i gruppi neonazisti di tutta Europa.

Oggi la Pinotti annuncia invece di essere stata minacciata per quelle parole di condanna e contemporaneamente assicura di essere pronta ad avviare azioni legali contro i responsabili.

"Sabato sera ho condannato con nettezza l'esposizione di una bandiera neonazista all'interno della caserma Baldissera di Firenze - ha scritto su Facebook - Da quel momento sono stata ricoperta da insulti e minacce di ogni tipo da parte di chi vorrebbe far credere che in realtà quella bandiera sia 'semplicemente una vessillo della marina imperiale tedesca'. Lo squadrismo da tastiera di chi pensa di derubricare un fatto grave in una presunta gaffe storica o in una fake news non passerà sotto silenzio e tutti quei commenti che hanno passato il segno di una critica civile verranno sottoposti all'autorità giudiziaria".

"I simboli sono ciò che diventano e l'uso che se ne fa- prosegue: con la caduta di Hitler tutto ciò che potesse richiamare il partito del Führer è stato vietato, ecco perchè i neonazisti - per ovviare al divieto - hanno iniziato ad utilizzare il vessillo del secondo Reich nelle proprie manifestazioni.

Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a episodi che ci riportano alla violenza di certi estremismi e che, in Europa come in Italia, sono sempre più frequenti".

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