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Barcellona, i servizi segreti: "La mente dell'attentato era un nostro informatore"

"Agganciato" dagli 007 Es Satty, l'imam creatore della cellula che ha colpito le Ramblas il 17 agosto

Barcellona, i servizi segreti: "La mente dell'attentato era un nostro informatore"

L'informatore, l'uomo che doveva fare l'infiltrato e portare agli agenti le informazioni e che invece ha tradito. Libero di indottrinare e di muovere pedine che poi hanno ucciso. L'ammissione degli 007 spagnoli è sconfortante. Non solo hanno avuto a che fare con l'imam, mente dell'attentato di Barcellona di quest'estate, il 17 agosto scorso, ma lo avevano anche assoldato, convinti che quell'uomo una volta studiato e psicoanalizzato, poteva essere il loro asso nella manica. E invece sono stati miseramente gabbati.

I servizi segreti spagnoli del Cni, Centro nacional de inteligencia hanno avuto come informatore l'imam di Ripoll Abdelbaki Es Satty, capo del gruppo jihadista responsabile delle stragi di Cambrils e Barcellona. La notizia è stata confermata da fonti del Cni, che non hanno precisato fino a quando si è prolungata la collaborazione e né se il terrorista sia stato pagato.

I servizi avevano avvicinato Es Satty mentre era in carcere nel 2014 per traffico di droga. L'intelligence lo aveva «agganciato» durante la detenzione a Castellon, e i contatti sono proseguiti. E subito iniziò il doppio gioco: la mente dell'attentato sostenne con gli 007 che erano stati i jihadisti ad obbligarlo a diventare un trafficante di droga per finanziarsi. All'epoca l'imam entrò addirittura nel programma di protezione della polizia nazionale e della Guardia Civil. I due corpi di polizia nazionale con cui ci sono state feroci polemiche perchè criticarono la gestione dell'attentato da parte dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, che non riuscì ad impedire l'attentato malgrado alcuni indizi significativi. Ufficialmente i servizi segreti spagnoli non hanno confermato quale sia stato il ruolo di Satty in questi anni e non hanno potuto farlo anche perchè la legge glielo vieta. Sembrava l'uovo di Colombo. Un uomo da infiltrare per portare informazioni, per fare i nomi. E invece ha lavorato contro, capo del gruppo jihadista responsabile delle stragi di Cambrils e Barcellona. Un cattivo maestro travestito da spia. Nato a Tangeri e finito in carcere nel 2012, predicava a Ripoll da tre anni. Nel suo passato legami con uomini condannati per la strage di Atocha e altri coinvolti nelle indagini sull'attacco alla base italiana di Nassiriya. Possibile che gli 007 si siano fidati di un soggetto del genere? Il 17 agosto un furgone bianco a noleggio si lanciò contro la folla sulla Rambla, nel cuore di Barcellona. Altri cinque terroristi, nella notte, attaccarono a coltellate i passanti sul lungomare di Cambrils. Il bilancio fu drammatico: 15 morti e 134 feriti, tra le vittime anche due italiani. L'imam è morto il 16 agosto nell'esplosione del covo della cellula terrorista. Ma il piano della cellula jihadista era diverso. L'imam di Ripoll voleva immolarsi in un grande attentato kamikaze contro la Sagrada Familia.

Fu solo un'esplosione nella notte di mercoledì, poche ore prima dell'attacco sulla Rambla, a impedire la realizzazione del piano, distruggendo il covo di Alcanar.

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