Elezioni Regionali 2019

In Basilicata la folle gara degli alleati che si insultano

Salvini benedice l'Eni, che per la Grillo è veleno. Il M5s contro "il ministro delle chiacchiere interne"

In Basilicata la folle gara degli alleati che si insultano

Il paradosso gialloverde, in fondo, sta tutto lì. Nella t-shirt di Giulia Grillo, ministro della Salute, e nel caschetto dell'Eni di Matteo Salvini, ministro dell'Interno. La Basilicata - tra le piazze di Potenza e Lauria, la basilica di San Biagio di Maratea diventata bandiera di protesta meridionalista e le Tavole palatine di Metaponto - è l'ultimo teatro di scontro, in ordine di tempo, nella campagna elettorale permanente interna al governo.

Lega contro M5s, con tutte le contraddizioni libere di esplodere lontane dai palazzi romani dove gli alleati-avversari si sforzano di predicare all'unisono il verbo del «cambiamento». Sabato, a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altra, i due ministri hanno messo in scena un vero spettacolo da teatro dell'assurdo.

Salvini era in Val d'Agri, Texas petrolifero d'Italia dove si trova il più grande giacimento di oro nero dell'Europa continentale. In visita al Centro oli di Viggiano, ha indossato il caschetto giallo dell'Eni e si è fatto fotografare con una felpa del cane a sei zampe tenuta in bella mostra davanti alle telecamere. Eloquenti le sue parole sul «petrolio che il buon Dio ci ha dato» e sul «non si può fermare tutto».

Il tema, però, è divisivo, come tanti altri a livello nazionale. E nella stessa giornata è stata la Grillo, ministro della Salute, a smentire plasticamente le tesi sviluppiste del vicepremier leghista. Diretta Facebook da Potenza, la grillina si è presentata di fronte all'obiettivo con una maglietta altrettanto esplicita: Basta VelEni» è il messaggio stampato sulla t-shirt nera, con tanto di gioco di parole sull'Eni. Come se non bastasse la Grillo ha specificato, dimenandosi davanti allo smartphone: «Stavo vedendo se si vedeva la maglietta che mi hanno regalato gli attivisti, basta veleni perché diciamo che in Basilicata il problema dell'inquinamento ambientale è un problema molto grosso».

Il corpo a corpo è senza esclusione di colpi. Soprattutto da parte dei pentastellati. In prima linea, naturalmente, Antonio Mattia, candidato governatore del M5s con un passato in Forza Italia. L'aspirante presidente della Regione sostenuto dai Cinque stelle parla del «vero piano del centrodestra: trivellare la Basilicata» e definisce gli alleati di governo, con malcelato fastidio, come «Lega del Nord». In più occasioni Mattia si è detto contrario all'autonomia, cavallo di battaglia di Salvini, almeno finché non sarà superato «il divario tra Nord e Sud». La strategia locale del quartier generale grillino, raccontano, è quella di risvegliare l'orgoglio meridionalista e ambientalista, proprio in aperta contrapposizione alla Lega. Il motivo è presto spiegato: secondo molti sondaggi il M5s si piazzerebbe terzo anche in Basilicata, alle spalle di un centrodestra vincente e di un centrosinistra in seconda posizione. A due mesi dalle elezioni europee sarebbe l'ennesimo tonfo per i Cinque stelle, per giunta in una regione del Sud dove alle politiche avevano avuto circa il 44% dei voti. Un terremoto che sfiancherebbe ancora di più i già terremotati vertici romani e milanesi.

L'ultima stilettata ai danni di Salvini è arrivata ieri dal profilo Facebook di Mattia. Ha scritto il grillino, commentando un video del candidato presidente del centrodestra Vito Bardi: «Il nominato da Berlusconi, sostenuto dal ministro delle chiacchiere interne (scritto tutto in maiuscolo ndr), parla di oro nero...».

Ma ai tempi del governo del cambiamento, le regioni sembrano tutte a statuto speciale.

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