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Di Battista spopola sui social network. Ma si tiene lontano dalla sfida a Di Maio

Un cavillo lo spaventa: niente seggio per chi perde le primarie

Di Battista spopola sui social network. Ma si tiene lontano dalla sfida a Di Maio

Roma - Uno non vale più uno. Soprattutto se i leader, o aspiranti tali, sono diventati quattro o addirittura cinque, come le stelle del Movimento che una volta non aveva capi ma al massimo un garante, nella persona di Beppe Grillo e un guru, il defunto visionario Gianroberto Casaleggio. I capetti si studiano, si scrutano e si sfidano, quasi mai apertamente. E sono tutti a caccia di like su Facebook. Sì, Alessandro Di Battista è stato abbastanza chiaro e guardando dritto in camera ha dichiarato: «Sarei molto felice di avere Luigi (Di Maio, ndr) come candidato premier, io non voglio fare la carriera politica tout court». Ma intanto continua, indefesso, la promozione del personaggio Dibba attraverso i social network, con risultati più che soddisfacenti, almeno in termini di quantità. Il deputato romano resta il frontman del M5s e in quanto a like non ha rivali. I fan della sua pagina Facebook sono quasi un milione e 350mila. Il post di arrivederci alla Sicilia del 10 agosto ha ricevuto 11mila «mi piace». Riscuotono successo anche le sue foto più «intimiste» come quella scattata a Venezia, mentre accarezza il pancione della sua compagna Sahra. Con l'hashtag #noi3 i like sono oltre 35mila. Se le votazioni dei grillini si facessero su Facebook anziché su Rousseau, Dibba potrebbe ambire alla poltrona di Palazzo Chigi.

Luigi Di Maio, con poco più di un milione di followers, preferisce seguire a ruota il centauro Di Battista. Ma il campano vicepresidente della Camera è forte di una norma che lo blinderebbe: chi dovesse perdere le primarie di settembre per la premiership non sarà candidabile al Parlamento. Ecco spiegato il motivo del defilamento di Dibba, dicono i maligni. Se Di Battista si accontenta c'è una parte del Movimento che non gode affatto. Una senatrice, che preferisce rimanere anonima, bolla come «illazione» il retroscena, salvo poi precisare: «Se fosse vero sarebbe orribile».

Il leader degli «ortodossi» Roberto Fico dice di non essere interessato ai «giochi di potere» e latita pure nella guerra dei like. La pagina del deputato napoletano arranca a 220mila «mi piace», ma lui preferisce attaccare Il Giornale per «un articolo delirante che mi riguarda». E Chiara Appendino, sponsorizzata proprio da Fico, si dà un tono protestando contro la chiusura di una pagina satirica che la prendeva in giro. Con Roberta Lombardi impegnata nelle questioni romane, rimarrebbe Nicola Morra, molto inferiore come peso social a Di Maio e Di Battista. Nonostante ciò, si è detto «a disposizione per un'eventuale candidatura».

Vieni avanti grillino.

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