Politica

«Battisti ci ha stufati: lo estradiamo»

Il Guardasigilli brasiliano: «Infranto il rapporto di fiducia». E lui chiede «umanità»

Paolo Manzo

San Paolo Continua il lavorio diplomatico, politico e giuridico tra Italia e Brasile per risolvere la vexata quaestio di Cesare Battisti, l'ex terrorista che - condannato per quattro omicidi e ricercato dal 1981 quando evase dal carcere di Frosinone dov'era rinchiuso per crimini comuni - da ieri ha un motivo di preoccupazione in più. Un motivo enorme rappresentato addirittura dal ministro della Giustizia del Brasile Torquato Jardim che, in un'intervista esclusiva alla BBC Brasil, ha sottolineato che «Battisti ha rotto il rapporto di fiducia che aveva per rimanere qui da noi» e per questo «abbiamo deciso di estradarlo».

Alla base di tutto c'è il goffo tentativo di fuga dell'ex terrorista in Bolivia, ben spiegato dal guardasigilli verde-oro: «Battisti ha commesso un atto illegale, voleva uscire dal Brasile con più soldi del consentito senza nessuna motivazione plausibile. E per di più per andare in Bolivia, l'unico Paese sudamericano di sinistra che, col Venezuela, potrebbe lanciare strali anti-imperialisti». In più, aggiungiamo noi, anche uno dei pochi della regione a non avere firmato con Roma un trattato bilaterale di estradizione.

Per la prima volta in modo ufficiale, dunque, il Brasile conferma tramite il suo ministro della Giustizia che le indiscrezioni mezzo stampa che volevano il presidente Michel Temer deciso a rispedire Battisti in Italia sono vere. «È una decisione sovrana che abbiamo già preso - spiega il Guardasigilli - l'Italia del resto non ci ha mai perdonato di non averlo rimandato indietro. Per Roma è una questione di sangue mentre per noi è una palla al piede nelle relazioni con l'Italia oltre che con i Paesi dell'Unione europea».

Perché l'ex terrorista non è ancora stato messo su un volo per Italia? È «solo dovuto - continua Jardim - alla mia preoccupazione che Temer firmasse un decreto su cui poi la nostra Corte Suprema poteva mettere un veto. Per questo gli ho consigliato di aspettare la decisione di Luiz Fux» il giudice incaricato del caso presso la massima istituzione giuridica verde-oro.

Il tortuoso sistema giuridico brasiliano consente, infatti, a chiunque tema l'arresto di chiedere la scarcerazione ancor prima che essa avvenga. Fux analizzerà la questione a partire da martedì 17 ottobre. Nel frattempo, un Battisti sempre più in difficoltà, ha chiesto a Temer, attraverso il quotidiano Folha, «un atto di umanità». Ma dopo aver detto: «L'Italia è un Paese arrogante: sono convinti che sia un compito per loro facile portarmi via». E sulle vittime: «Non c'è motivo che io chieda scusa per qualcosa che hanno commesso altri». Gli ha risposto così Renzi via Twitter: «Lui chiede al Brasile umanità. Umanità per le vittime di questo killer diciamo noi.

Ridatecelo, lo aspetta il carcere #giustizia».

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