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Battisti, i deliri di Ferrero: ​"È depistaggio di massa. Il problema sono i ricchi"

L'ex segretario di Rifondazione attacca Salvini: "È depistaggio di massa". E rilancia: "Il problema vero i ricchi"

Battisti, i deliri di Ferrero: ​"È depistaggio di massa. Il problema sono i ricchi"

La sinistra proprio non riesce ad arrendersi. E così, non appena arriva la notizia dell'arresto di Cesare Battisti, sono i molti i comunisti che si schierano contro il governo gialloverde. Tra questi c'è Paolo Ferrero, ex deputato ed ex segretario di Rifondazione Comunista. Ai microfoni dell'agenzia AdnKronos parla di "un'altra puntata del depistaggio di massa" messo in atto da "questo governo e in particolare da Matteo Salvini".

"Prima gli immigrati, adesso Battisti". Per Ferrero anche la cattura di Battisti è "un depistaggio di massa" ordito dal governo Conte. "Il problema vero - argomenta ai microfoni dell'AdnKronos - è che tutti i problemi che c'erano prima, dalla disoccupazione alla precarietà, alle bollette che aumentano... tutto il disagio della gente è peggiorato". Un vero e proprio delirio che finisce per ferire ulteriormente i famigliari delle vittime di Battisti che adesso chiedono giustizia. Per anni, infatti, la sinistra ha difeso e coccolato il terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) che in Italia è stato condannato a scontare quattro ergastoli per aver ammazzato quattro persone durante gli Anni di Piombo. Per Ferrero, però, la cattura in Bolivia e l'accordo di Salvini col presidente Jair Bolsonaro per estradarlo nel nostro Paese non sono affatto degni di nota. Anzi, il vicepremier leghista avrebbe ordito l'arresto per distogliere lo sguardo degli italiani dai "veri problemi" del Paese.

"Siamo alla produzione teatrale continua di fuochi artificiali per cercare di far sì che la gente non pensi ai problemi veri", accusa Ferrero nell'intervista dell'AdnKronos. "Il problema vero - argomenta - è che i ricchi sono troppo ricchi, hanno una ricchezza pazzesca". Sull'eventuale estradizione di Battisti in Italia, l'ex segretario di Rifondazione Comunista rilancia la palla nel campo dei brasiliani: "Ma mi pareva ci fossero ragioni nel governo precedente che aveva negato l'estradizione, perché ci sono pasticci processuali...".

E anche su chi chiede l'amnistia per il terrorista dei Pac l'ex parlamentare non si tira indietro: "Vedremo, ne discuteremo".

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