Politica

Battisti, telenovela infinita La Corte Suprema non decide

Un altro cavillo a favore del terrorista. I giudici devono valutare di nuovo se dichiararlo estradabile in Italia

Paolo Manzo

San Paolo «Much ado about nothing» scriverebbe William Shakespeare se oggi fosse ancora tra noi e avesse l'ingrato compito di seguire le vicende sull'estradizione dal Brasile in Italia di Cesare Battisti, l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo condannato nel nostro Paese con sentenza passata in giudicato a due ergastoli per altrettanti omicidi e per concorso morale in altri due. Già, «molto rumore per nulla» visto che ieri ci si attendeva una decisione da parte della Corte Suprema del Brasile (Stf), tanto sulla richiesta di libertà preventiva (chiamata habeas corpus) inoltrata il 27 settembre dai difensori dell'ex terrorista, quanto sulla legittimità da parte del presidente verde-oro Michel Temer di firmare un decreto per estradarlo in Italia, annullando l'asilo concesso a fine 2010 da Lula. Invece, al solito, la massima istanza giuridica verde-oro ha «deciso di non decidere».

Questione rinviata a data da definirsi, senza certezze sulla durata di quest'ennesima telenovela giuridica che sembra non tenere in conto né le vittime di Battisti «non ho ucciso nessuno, se mi rimandano in Italia mi uccideranno» ha ribadito anche ieri - né il trattato bilaterale sull'estradizione firmato da Brasile e Italia. E così ieri, mentre di fronte al consolato italiano a San Paolo un piccolo gruppo di persone manifestava «per la libertà di Battisti», a Brasilia il relatore del caso al Stf, il giudice Luiz Fux, respingeva sì la richiesta di libertà preventiva fatta dai legali dell'ex terrorista ma ne accoglieva un'altra, quella del «reclamo», reclamação in portoghese. Apparentemente solo una tecnicalità ma, di fatto, un punto a favore per la difesa dell'ex terrorista perché, se approvato dal Stf, potrebbe costringere il plenario della Corte Suprema a pronunciarsi di nuovo sul fatto se Battisti sia o meno estradabile in Italia, con tempi biblici che potrebbero prolungarsi anche oltre la scadenza del mandato dell'attuale presidente Temer che, invece, Battisti lo vorrebbe estradare.

In realtà il Stf si era già pronunciato nel merito nel 2010, concedendo l'estradizione ma lasciando l'ultima parola all'allora presidente Lula che poi concesse a Battisti l'asilo con tanto di visto permanente. A rigore di logica, dunque, non dovrebbero esserci dubbi sulla legittimità dell'eventuale «decreto Temer» ma «laddove finisce la logica inizia l'America latina» si lascia andare con il Giornale un diplomatico di lungo corso. «Se l'obiettivo della difesa è evitare la revisione del decreto Lula che autorizzò la permanenza di Battisti in Brasile ha spiegato ieri Fux il caso dovrebbe essere giudicato come un reclamo». Queste le parole pronunciate ieri dal relatore promettendo che il caso «verrà giudicato martedì», 31 ottobre. Di certo, tuttavia, al momento in cui andiamo in stampa non c'è nulla e, al di là delle promesse di Fux, «sembra difficile che tanto l'Avvocatura Generale (Agu) quanto la Procura Generale verdeoro (Pgr) possano dare dei pareri sul reclamo in appena una settimana», spiega a il Giornale uno degli avvocati dell'Italia che segue il processo.

Secondo alcuni degli 11 giudici del Stf, su tutti Gilmar Mendes e Alexandre de Moraes, l'idea di trasformare l'habeas corpus in reclamo è stata una strategia di Fux per mantenere la questione nell'ambito della prima sezione della Corte Suprema presieduta da Marco Aurelio Mello un togato da sempre pro Battisti mentre, trattandosi di una questione che coinvolge un decreto del presidente, dovrebbe essere analizzato dalla Corte Suprema in seduta plenaria. Prima della «melina» di Fux, ieri dal Brasile erano però arrivate solo cattive notizie per Battisti. In primis, la motivazione dell'Agu contraria a qualsiasi habeas corpus per l'ex terrorista. Poi le misure cautelari impostegli dal Supremo Tribunale Regionale di San Paolo che, in merito al processo che lo vede imputato per evasione monetaria, oltre all'obbligo di dimora a Cananeia e alla presentazione in tribunale ogni 30 giorni, ha aggiunto che gli sia posto un bracciale elettronico.

Per evitare possibili fughe.

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