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La Bce mette l'Italia all'indice: "Non rispetta i patti sui conti"

Duro l'ultimo Bollettino: la manovra pesa sul deficit dell'eurozona. Riviste al ribasso le stime sulla crescita

La Bce mette l'Italia all'indice: "Non rispetta i patti sui conti"

È da metà mese che Mario Draghi non parla, in modo più o meno diretto, dell'Italia e dei problemi legati alla manovra finanziaria giallo-verde. Legge di bilancio su cui il presidente della Bce aveva più volte espresso un parere negativo prima dell'avvenuta correzione, resasi necessaria per trovare un accordo con Bruxelles ed evitare la procedura d'infrazione.

È tuttavia probabile che l'ex governatore di Bankitalia non abbia cambiato parere dopo la revisione del rapporto deficit-Pil dal 2,4% al 2,04%. Il motivo è semplice: non sono ancora rispettati i parametri previsti da quel Patto di stabilità e crescita che per l'Eurotower resta la bussola da seguire. La conferma arriva dall'ultimo Bollettino mensile che, seppur finito di elaborare lo scorso 12 dicembre (cioè prima dei ritocchi alla manovra), dedica proprio un ampio capitolo alle inottemperanze italiane e alle sue ricadute sull'intera eurozona.

Il documento, oltre a sottolineare come sia necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita, marca subito il punto: «È particolarmente preoccupante la circostanza che la più ampia deviazione rispetto agli impegni assunti si riscontri in Italia, un Paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil è notevolmente elevato». Draghi ha più volte ricordato come le circostanze più favorevoli create dal piano di acquisto titoli messo in piedi dalla banca centrale avrebbero dovuto essere sfruttate per attuare politiche tese alla riduzione, o almeno al contenimento, del debito. L'Italia ha invece sprecato questo atout, e ora, spingendo sul pedale del deficit speding, finisce per peggiorare «le prospettive relative al disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell'area dell'euro» per i prossimi due anni proprio. «Il più elevato disavanzo - spiega il Bollettino - è in parte il risultato di un notevole peggioramento del saldo di bilancio previsto in Italia, in seguito all'espansione fiscale inserita nei documenti programmatici di bilancio che violerebbe gli impegni presi nell'ambito del Patto di stabilità e crescita». Riprendendo un caveat dello stesso Draghi, il rapporto ricorda che un elevato indebitamento può rivelarsi un boomerang, destinato a obbligare gli Stati «a inasprire le politiche di bilancio in periodi di futuro rallentamento economico». In pratica, a ricorrere a politiche di austerity.

L'Italia si prepara a far nuovo debito in un momento, tra l'altro, in cui un'economia globale in frenata può provocare ulteriori sforamenti sul lato dei conti pubblici. Il Bollettino conferma infatti la revisione al ribasso delle stime di crescita di Eurolandia, che si attestano ora all'1,9% nel 2018, all'1,7% nel 2019 e nel 2020 e all'1,5% nel 2021. Il peggioramento dell'outlook è riconducibile all'aumento dei rischi per la crescita, adesso orientati al ribasso per effetto «delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo, alle vulnerabilità nei mercati emergenti e alla volatilità nei mercati finanziari». A tal proposito, la Bce ricorda la «notevole» pressione cui è stato sottoposto lo spread tra il Btp e il Bund tedesco (ieri in calo a 253 punti) legata alla «perdurante incertezza politica».

A circa 10 mesi dalla data di scadenza, sembra intanto già caldo il tema sul successore di Draghi.

Secondo un sondaggio del Financial Times, l'ex governatore della Banca centrale finlandese, Erkki Liikanen, è considerato il candidato più probabile, anche se il migliore sarebbe Benoit Coeure, membro del Comitato esecutivo della Bce.

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