Politica

La beffa dell'ex chiesa all'asta Adesso diventerà una moschea

Al bando regionale era interessata la comunità ortodossa Ma l'associazione musulmana ha fatto un'offerta più alta

Alberto Giannoni

Milano La croce che lascia il posto a un minareto. In Europa il fenomeno delle chiese «riconvertite» in moschee avanza inesorabile. E anche la nuova moschea della cattolicissima Bergamo potrebbe sorgere in quella che era la chiesetta del vecchio ospedale. Si è scoperto ieri, con l'apertura delle buste per l'assegnazione dell'ex cappella dei frati cappuccini. A mettere in vendita gli immobili è «Infrastrutture Lombarde», la società della Regione che si è occupata dell'ospedale cittadino. Anche per questo le opposizioni si sono scatenate. «La Lega che ogni giorno fa propaganda sull'islam vende una chiesa della Lombardia alla comunità musulmana - ha detto Dario Violi dei 5 Stelle - Quando c'è da fare cassa vanno bene anche le moschee». Ma è stato il Pd ad aprire le ostilità sul caso, usandolo come arma polemica contro la cosiddetta «anti-moschee», la legge che da tre anni in Lombardia, per volere del centrodestra fissa vincoli urbanistici rigidi per la realizzazione dei nuovi luoghi di culto. «Nella Regione che vuole impedire la costruzione di moschee regolari finisce che i musulmani comprano, dalla stessa Regione, una chiesa» ha attaccato il consigliere regionale Jacopo Scandella. Fra i paletti introdotti dalla legge regionale anti-moschee, c'è la condizione che le moschee - come gli altri luoghi di culto - siano previste negli strumenti urbanistici comunali. Ma il fatto che la cappella bergamasca avesse fin dall'inizio una destinazione al culto elude questi vincoli.

«Lavoreremo perché l'impatto sul quartiere sia il meno traumatico possibile» ha assicurato l'assessore comunale Giacomo Angeloni, mentre il sindaco Giorgio Gori ha commentato divertito: «Dopo aver fatto di tutto per impedire la costruzione di nuovi luoghi di culto per i musulmani, Regione Lombardia mette all'asta l'ex chiesa degli Ospedali Riuniti. Chi se l'aggiudica? I musulmani, che nel pieno rispetto della legge ne faranno una moschea». Lo stesso Gori, da candidato governatore del Pd aveva sostanzialmente aperto alla realizzazione di nuove moschee, e prima ancora aveva assicurato che in città la moschea sarebbe stata fatta nonostante la legge regionale, definita «sgangherata e pretestuosa». Proprio a Bergamo, però, Gori ha dovuto sperimentare difficoltà e insidie di un approccio superficiale al tema. Nella sua città, infatti, si è aperto un dissidio gigantesco dentro la comunità islamica, una vertenza con tanto di denuncia, sequestro e indagine. Al centro del caso, un cospicuo stanziamento conteso, proveniente dalla discussa Qatar Charity Foundation.

Con la vittoria del centrodestra alle Regionali, la legge anti-moschee non è stata toccata, anche se pende la spada di Damocle della Consulta, il cui giudizio è stato nuovamente attivato dal Tar dopo una prima sentenza che ne aveva lasciati vigenti i contenuti. Se la sinistra attacca le norme lombarde, la «madre» della legge, l'ex assessore Viviana Beccalossi le difende. E chiede ai suoi successori di «vigilare sulla piena regolarità della procedura». E Forza Italia, col capogruppo Gianluca Comazzi, attribuisce la «anomalia» di Bergamo al «pessimo operato» di un dirigente e promette di verificare «se ci sono strumenti per procedere all'annullamento della gara, essendo la chiesa un bene di interesse storico-artistico da tutelare e preservare nella sua integrità».

E intanto anche a Venezia i musulmani scrivono al sindaco per chiedergli di realizzare una nuova moschea.

Commenti