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Belgio, esce dal carcere e spara: tre morti al grido Allah Akbar

Radicalizzato in cella, il killer ha colpito a Liegi, dove ha ucciso due poliziotte e un passante. La pista jihadista

Belgio, esce dal carcere e spara: tre morti al grido Allah Akbar

H a ucciso due poliziotte, un passante e forse, nella notte precedente, una quarta persona dopo aver rapinato una gioielleria. Nelle ultime ore di vita Benjamin Herman, 31enne con una sfilza di precedenti penali, non si è fatto mancare nulla. Ha ucciso nel nome di Allah, retaggio di una conversione e radicalizzazione avvenuta in carcere, da dove era uscito lunedì mattina, ironia della sorte, per sbrigare alcune pratiche di reinserimento nel sistema lavorativo e sociale belga.

Come accennato, la notte prima di compiere la strage avrebbe svaligiato una gioielleria a Rochefort, cittadina della regione belga del Lussemburgo nella quale era residente, e ucciso a Marches-en-Famenne un trentenne ex detenuto, noto per reati di droga. Questi elementi sembrerebbero un po' stridere con la matrice islamica dell'attentato, ma gli inquirenti non trascurano alcuna pista. Herman era uscito dalla prigione di Lantin soltanto lunedì mattina: fanno sapere dalla procura di Liegi che aveva un permesso di qualche ora per un appuntamento per il suo reinserimento, ma non è mai rientrato. Una volta arrivato a Liegi, intorno alle 10.30, il killer si è servito di un coltello per aggredire alle spalle due agenti della polizia locale nei pressi del Cafè des Augustins, nella via omonima nel pieno centro della città. Ha sottratto le loro pistole di ordinanza freddandole senza scrupoli. Sul selciato sono rimaste Lucile Garcia e Soraya Belkacemi di 53 e 45 anni. Una era mamma di due gemelle di 13 anni, già rimaste orfane di padre, l'altra di un giovane di 25 anni. La terza vittima è Cyrille Vangriecken, uno studente di 22 anni della Haute Ecole di Liegi, che si sarebbe dovuto diplomare tra qualche settimana per diventare insegnante. Herman gli ha sparato al volto mentre il ragazzo si trovava a bordo di un'auto parcheggiata.

È a quel punto che alcuni passanti giurano di aver sentito l'assalitore pronunciare «Allah Akbar!». La loro testimonianza viene per altro confermata da un video amatoriale pubblicato dalla tv belga Rtbf e girato da una donna affacciata al balcone del suo appartamento. Il video mostrerebbe l'uomo, vestito di nero, gridare più volte «Allah Akbar» con in mano le pistole sottratte alle due poliziotte uccise. La donna, mentre filma la scena, lo apostrofa in francese, dicendogli «sei fortunato perché non sono armata, altrimenti saresti già morto nella tomba». A un certo punto lo insulta usando anche l'italiano «vaffa...». Cercando di fuggire l'uomo si è rifugiato nell'androne di un liceo, il Léonie de Waha, dove ha preso una donna in ostaggio. Braccato dagli uomini del Peloton anti-banditisme, il killer è stato ucciso dopo un durissimo scontro a fuoco. Nella sparatoria quattro poliziotti sono rimasti feriti, e uno di loro, colpito da un proiettile all'arteria femorale, è in pericolo di vita. Illesa la donna presa in ostaggio.

Più volte entrato e uscito dal carcere, nelle perizie psicologiche Herman era considerato instabile, con una gioventù difficile alle spalle e non aveva più contatti con la famiglia (ieri pomeriggio è stata perquisita la casa della madre). Nel 2017 inoltre era stato schedato dai servizi segreti come «soggetto a rischio radicalizzazione». Sulla scia di sangue perpetrata da Herman indaga la procura federale, competente tra l'altro per i reati di terrorismo. «Ci sono elementi che vanno nella direzione di un attentato jihadista», ha dichiarato Eric Van Der Sypt, portavoce del procuratore. Di fatto ribadendo il sospetto che il killer possa essersi prima convertito e in un secondo momento radicalizzato in carcere, frequentando in particolare un compagno di cella vicino a una delle tante sigle della sterminata e mortale galassia jihadista. Intanto il livello di allerta terroristica in Belgio resta a 2 su una scala di 4, senza nessun innalzamento del rischio.

L'ha confermato l'Ocam, l'Organismo che valuta il livello di minaccia terroristica in Belgio.

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