Cronache

Bengalese stupra minorenne: libero

I giudici di secondo grado gli hanno dimezzato la pena (da 4 a 2 anni) e hanno disposto l'immediata scarcerazione

Bengalese stupra minorenne: libero

Qualcuno ci deve spiegare come un violentatore bengalese che aveva abusato di una ragazzina, per giunta disabile, adesso è agli arresti domiciliari e per l'estate potrebbe tornare in libertà. Così, tanto per far godere le meritate vacanze anche a lui. Qualcuno ce lo deve spiegare perché quello che può sembrare comprensibile a chi lo ha permesso, non lo è per noi, menti razionali. Il tutto accade a Padova, a maggio di due anni fa. Il bengalese Zahirul Zahirul, questo il suo nome, 42 anni, ambulante originario del Bangladesh adocchia una ragazzina di 17 anni che in quei giorni è ospite dai nonni in città. Lei è a passeggio con il cane, lui la avvicina e con un pretesto la convince a entrare nel suo garage. Lì si consuma la violenza e l'aguzzino, alla fine, le fa anche altri due simpatici regalini come in ricordo di una sporca e lurida giornata. Le regala un barattolo di Coca Cola e un mazzo di fiori. Lei fa ritorno a casa dai nonni che subito si accorgono che qualcosa non va. Si insospettiscono e chiamano la polizia e gli investigatori della squadra mobile che arrestano l'ambulante il 23 maggio del 2014. La ragazzina che è affetta da un ritardo mentale ma di media gravità era riuscita a raccontare tutto, con il sostegno dell'assistenza psicologica. Tutto o comunque quanto bastava per farlo incastrare. Anzi, nel corso delle indagini, il consulente tecnico del pubblico ministero, la biologa Luciana Caenazzo dell'istituto di Medicina Legale dell'Università di Padova, aveva trovato sui pantaloni della minorenne il Dna del bengalese. Nonostante questo, in primo grado, il giudice dell'udienza preliminare gli aveva affibbiato quattro anni di carcere con lo sconto previsto dal rito abbreviato. Quattro anni, per una violenza perpetrata ai danni di una ragazza, minore e pure disabile. Già qui sembra assurdo ma ora scandalo degli scandali. La Corte d' Appello di Venezia ha dimezzato la pena al bengalese, portandola a due anni e quattro mesi. I giudici lagunari hanno ricalcolato la pena partendo dal minimo edittale di cinque anni e riconoscendogli le attenuanti che non aveva ottenuto in primo grado. Come se in chi violenta una ragazzina ci siano anche delle attenuanti da considerare. Anzi come se non bastasse gli hanno perfino tolto la misura di sicurezza. In conclusione il bengalese si è fatto soltanto otto mesi di carcere dei quattro anni che erano stati previsti, ora è ai domiciliari e in virtù di quest'ultimo verdetto potrà presto tornare in libertà. È probabile che prima dell'estate possa ottenere la definitiva scarcerazione ed essere libero di andare in vacanza, girovagare e magari adescare qualche altra ragazzina. Ma la Corte d' Appello una cosa almeno l'ha fatta, ha confermato il risarcimento di 20 mila euro alla vittima e di 16 mila euro ai genitori, costituitisi parte civile.

Così, come se i soldi possano darti la tranquillità di sapere che il violentatore di tua figlia sarà presto libero per le strade della tua città.

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