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Berlusconi accelera il rilancio di Forza Italia e studia il ruolo di Parisi

Il manager ad Arcore: ipotesi coordinatore. Venerdì il Cavaliere riunisce i colonnelli

Berlusconi accelera il rilancio di Forza Italia e studia il ruolo di Parisi

Silvio Berlusconi invita a cena Stefano Parisi e cerca di definire con lui un percorso condiviso, un incarico e una road-map per l'ingresso nello stato maggiore di Forza Italia.

Il presidente azzurro, dopo il primo incontro di dieci giorni fa, vuole approfondire il lavoro iniziato con l'ex candidato sindaco di Milano. Per questo gli chiede di unirsi a lui a cena ad Arcore. L'intenzione è quella di dare subito un segnale e far capire che la volontà di rilanciare Forza Italia non è confinata tra le varie ed eventuali dell'agenda, ma è una priorità. Tant'è che - anche se ancora non sono state diramate le convocazioni - venerdì prossimo dovrebbe esserci un nuovo vertice allargato con i dirigenti azzurri per proseguire il confronto avviato con il pranzo di venerdì scorso. Un appuntamento al quale non è ancora chiaro se parteciperà o no anche l'uomo nuovo del partito azzurro.

Il confronto tra Berlusconi e Parisi si sviluppa sulla definizione dell'incarico che l'ex direttore generale di Confindustria dovrà assumere. L'ex premier avrebbe in mente per il manager un ruolo di revisione e rilancio del partito, partendo da quella «due diligence» da sviluppare sui territori di cui ha parlato di fronte ai dirigenti di Forza Italia nel pranzo ad Arcore. Una sorta di uomo marketing in grado di rilanciare il brand Forza Italia, svecchiarlo e renderlo più appetibile per un elettorato che deve tornare almeno a varcare la soglia del 20% dei consensi. Il processo di rifondazione, nei vari ragionamenti, dovrebbe culminare o in un congresso o in un grande appuntamento pubblico in cui declinare le nuove priorità e parole d'ordine. È chiaro che per un congresso sarebbero necessari tempi più lunghi e sarebbe possibile realizzarlo soltanto dopo il referendum, mentre più probabile appare la convocazione di una grande «officina delle idee» a settembre a Milano, prima del referendum.

Parisi in questa fase si sente più come federatore del centrodestra, come l'uomo capace di parlare ad ambienti che sembrano essersi allontanati da una coalizione a trazione lepenista, che come coordinatore. Il suo impegno è costante. Ha confessato, anche pubblicamente, di essere stato conquistato dalla nuova passione. Sabato mattina era al fianco di Maurizio Lupi a Giardini Naxos, sabato sera era con Roberto Calderoli a un incontro a Treviglio. E ieri ha partecipato al consiglio comunale milanese insieme a Mariastella Gelmini.

Il consiglio che Berlusconi ha rivolto a Parisi anche ieri sera è quello di procedere in maniera graduale, un inserimento morbido che lo porti a vestire i panni più del coordinatore che del segretario, acquisendo nel tempo e sul campo i galloni della leadership ed evitando fratture con lo stato maggiore del partito. D'altra parte lo stesso Parisi aveva detto di non essere affatto intenzionato a farsi strada «con il napalm». Ieri, intanto, Parisi ha accettato di partecipare il prossimo 9 settembre alla convention organizzata a Fiuggi da Antonio Tajani - «L'Italia e l'Europa che vogliamo» - dove insieme a Marcello Fiori e i sindaci svilupperà il tema dell'organizzazione sul territorio e delle implicazioni per gli enti locali derivanti dalle riforme renziane.

Bisognerà poi affrontare il problema del rapporto con Lega e Fratelli d'Italia, ma su quel fronte ci sarà tempo e modo di trovare un'intesa, fermo restando che Parisi intende replicare su scala nazionale il modello inclusivo adottato a Milano.

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