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Berlusconi smonta Di Maio: "Si è dimesso per paura di perdere"

Il Cav commenta il passo indietro del ministro degli Esteri: "È indifferente, i grillini hanno comunque fallito per la loro incapacità di governo"

Berlusconi smonta Di Maio: "Si è dimesso per paura di perdere"

A pochi minuti dalle dimissioni ufficiali da parte di Luigi Di Maio come capo politico grillino, Silvio Berlusconi esce allo scoperto e attacca duramente l'intero Movimento 5 Stelle: "Credo che sia una cosa che dal punto di vista generale cambi poco perché i Cinque Stelle hanno fallito per la loro incapacità di governo". Appare infatti evidente come non si possano prendere le redini di un Paese "con un programma determinato dall'invidia sociale e con il dilettantismo e la capacità più assoluta". Il Cav è andato oltre e ha provato a spiegare anche la possibile motivazione del passo indetro da parte del ministro degli Esteri: "Probabilmente l'ha fatto anche per non assumersi la responsabilità di questa ulteriore sconfitta alle prossime elezioni regionali".

Incontrando i giornalisti a Bologna, prima di partecipare a un'iniziativa con Anna Maria Bernini e Lucia Borgonzoni, il presidente di Forza Italia ha commentato la citofonata di Matteo Salvini al presunto pusher in via Deledda, nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna: "Io penso che Salvini segua la sua natura e il suo stile che è un pò teatrale e provocatorio. La citofonata di ieri non dice nulla. Invece è molto grave che interi quartieri delle nostre città siano pervasi dallo spaccio della droga. Questa è una cosa di cui ci si deve assolutamente interessare".

"Cambiamento in Emilia"

L'ex presidente del Consiglio è intervenuto in vista di domenica 26 gennio, quando l'Emilia-Romagna sarà chiamata alle urne: "Sono ottimista perchè ho parlato con molte persone e c'è in giro una voglia di cambiamento molto forte anche in cittadini che avevano votato per la sinistra". L'intenzione del centrodestra è di porre fine a quello che viene definito "un monopolio che finisce per diventare un club a sè stante che marginalizza chi non è dello stretto giro, che conferisce le funzioni non a chi è più bravo ma a chi è più vicino, agli amici degli amici, ai parenti, ai familiari". Ha rivelato inoltre che in giro ha avvertito una forte "voglia di cambiamento". E ha colto l'occasione per complimentarsi con Lucia Borgonzoni: "È una persona intelligente, colta, preparata". Nel caso in cui dovesse cadere la roccaforte rossa, "il cambio del governo sarebbe una cosa naturale".

Berlusconi infine ha risposto alle domande sul caso Gregoretti: "Noi difendiamo da sempre il fatto che quando un ministro a tutela degli interessi nazionali, nel rispetto della legge, non possa essere giudicato in un tribunale, debba essere giudicato nell'aula del Parlamento".

"Non possiamo sottoporre a un condizionamento giudiziario le scelte della sovranità popolare, cioè della politica", ha concluso.

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