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Berlusconi apre allo ius soli ma detta le sue condizioni

Il leader di Fi presenta il Dipartimento per i diritti civili guidato dalla Carfagna: "Cittadinanza ai figli di stranieri dopo un lungo percorso". La Lega è contraria

Berlusconi apre allo ius soli ma detta le sue condizioni

I temi sono scottanti e infatti partono i primi incendi tra Forza Italia e Lega: su cittadinanza e diritti agli omosessuali, Berlusconi apre, il Carroccio si irrita ma poi Fi precisa. In conferenza stampa a Montecitorio l'ex premier lancia il nuovo dipartimento di Fi per i diritti civili, guidato da Mara Carfagna: si parla tanto di coppie dello stesso ma anche di cittadinanza. E quando arriva una domanda sullo ius soli , ossia la concessione della cittadinanza agevolata, il Cavaliere afferma: «Siamo d'accordo e riteniamo che dare la cittadinanza ad un figlio di stranieri sia doveroso quando questa persona ha fatto un ciclo scolastico e conosce la nostra storia». Passa il messaggio - errato - che chiunque nasca sul territorio sia cittadino. Fumo negli occhi per il fresco alleato leghista che sbotta alla velocità della luce: «Sono assolutamente contrario a regalare cittadinanze e magari anche diritto di voto», avverte il leader del Carroccio, Salvini. E Calderoli tranchant : «È una bestemmia». Ci pensa Maria Stella Gelmini, poi, a correggere il tiro: «Salvini sbaglia: nessuno vuole regalare la cittadinanza ma vogliamo solo fissare le condizioni per ottenerla». E Toti precisa: «Berlusconi ha spiegato in modo chiarissimo che la cittadinanza può arrivare a chi si trova a nascere da cittadini stranieri residenti sul territorio solo dopo un lungo percorso di integrazione».

Le aperture arrivano sui diritti alle coppie omosessuali: «Siamo arrivati alla conclusione che la legge tedesca sulle unioni civili rappresenti un giusto compromesso tra il rispetto profondo dei valori cristiani e della famiglia tradizionale a cui teniamo molto - tiene a precisare l'ex premier - e le nuove esigenze della società che cambia». La chiamano tutti «svolta» ma Berlusconi non ci sta: «Siamo sempre stati attenti ai diritti di tutti. E lotteremo perché come partito liberale siamo convinti che una società più libera è una società migliore». Nessuna svolta, si diceva, ma Berlusconi ammette che «serve un cambio di passo» perché se è vero che «la famiglia intesa come unione tra un uomo e una donna resta al centro», è vero anche che il cardine di tutto è «l'amore, la tolleranza, il rispetto e la dignità delle persone». Quindi: «Siamo pronti a dire la nostra con una nostra proposta di legge».

Il Cavaliere è di buonumore e non rinuncia alle battute quando arrivano le domande. «Ma lei c'è ancora! Bene! Ma la Rai non è in perdita?», dice prima di rispondere alla domanda di una cronista di Viale Mazzini. Poi tocca al collega del Messaggero , reo di aver riportato, anni fa, un giudizio non proprio tenero di Berlusconi nei confronti di Alfano: «A te non rispondo, pensa alla famiglia!», scherza l'ex premier. Che poi però si rivolge in modo affettuoso alla giornalista dell'(ex) Unità , ora dell' Huffington Post . « L'Unità ? Beh... Le faccio i miei auguri...».

Poi Berlusconi parla pure dell' empasse sulle elezioni dei giudici della Consulta: «Mi augurerei che finalmente si riuscisse ad eleggere i due giudici della Corte costituzionale - dice -. È emersa la possibilità che i due giudici siano due signore.

Dopo aver valutato 12 curricula ne sono emersi 3 che consegneremo questa sera ai presidenti dei gruppi parlamentari».

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