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Berlusconi avvisa i grillini: "Ora devono parlare con me"

I capigruppo azzurri ai 5 Stelle: "Presto la lista delle nostre priorità". Piena sintonia con il Carroccio

Berlusconi avvisa i grillini: "Ora devono parlare con me"

Silvio Berlusconi ne fa un punto d'onore: «Di Maio deve trattare anche con me». E i capigruppo di Fi al Senato e alla Camera, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini, ribadiscono proprio questo punto, nell'incontro con i presidenti pentastellati Giulia Grillo e Danilo Toninelli. «Il nostro leader è Silvio Berlusconi, che sarà parte delle consultazioni che si terranno a partire dalla prossima settimana».

Il fatto positivo è che il confronto si sposta sul programma, come il centrodestra chiede, perché i grillini presentano 10 punti su cui un accordo si può trovare. «Sono così generici - confida uno degli azzurri-, dalle semplificazioni all'anticorruzione, dal reddito di cittadinanza alle infrastrutture ma senza grandi opere, alla giustizia, che vogliono dire poco».

Il metodo comunque piace a Fi, che presto presenterà la lista delle sue priorità. Ma, al di là della liturgia politica, Bernini e Gelmini chiariscono che il Cavaliere dev'essere legittimato. Una volta esauriti i contatti a livello parlamentare, che proseguiranno «continuativamente» nei prossimi giorni, si dovrà passare ad «un altro livello, di governo, che è quello dei leader» e allora dovrà entrare in scena Berlusconi.

Dopo l'incontro nella sala dei busti di Montecitorio, la capogruppo di Fi al Senato spiega che «l'obiettivo è velocizzare le procedure, noi del centrodestra sentiamo la responsabilità di fare proposte di governo sui punti». Con la Lega, dicono gli azzurri, si agisce in piena sintonia perché è il centrodestra unito che tratta con il M5s per valutare se è possibile costruire una maggioranza. Anche se al Quirinale giovedì si salirà in delegazioni separate, ci saranno sicuramente Bernini e Gelmini e Berlusconi, che intende guidarla, deciderà se anche altri azzurri.

Un accordo sui temi programmatici si troverà, ragionano dentro Fi. Ma qualcuno aggiunge che ancora non è a portata di mano: «Sembra che nel M5s abbiano ancora idee confuse, veri passi avanti non se ne sono fatti».

Il punto è uno solo. «Mettere in discussione la leadership di Berlusconi - dice la Gelmini- vuol dire troncare con Fi». Bisognerà vedere, insomma, se i 5Stelle non s'impunteranno sul veto al confronto con il Cav. Nell'incontro di ieri la Grillo e Toninelli non hanno ribadito il veto al faccia a faccia Di Maio-Berlusconi, dicendo che «in assenza di maggioranze certe» i contatti proseguiranno a livello parlamentare. Vorrebbero dunque un ok da Fi senza salire al livello politico. Vuol dire che la situazione è ancora molto incerta, l'accordo lontano. E, infatti, Toninelli ai giornalisti ripete che a Palazzo Chigi deve andarci Di Maio e che «Salvini è il candidato premier del centrodestra e incontreremo solo lui». Sui temi, apre alla flat tax ma vede con Fi «un dialogo difficile su una lotta senza quartiere alla grande evasione e una seria legge sul conflitto d'interesse», mentre è «contento delle aperture di Salvini e di Giorgetti sul reddito di cittadinanza».

Un segnale negativo viene anche dall'economista Lorenzo Fioramonti, che per Di Maio dovrebbe diventare ministro dello Sviluppo economico. A La Stampa dice che «la flat tax è costosissima», il reddito di inclusione «una versione primordiale, zoppa e limitata del reddito di cittadinanza», mentre concorda con il centrodestra sulla Fornero che «va superata». Poi però aggiunge che ai 5Stelle piace l'accordo con la Lega ma Berlusconi «non sarebbe mai d'accordo di fare le cose che vorremmo noi.

E il movimento è molto chiaro: con lui non si parla, è una questione anche di valori».

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