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Berlusconi benedice l'operazione Sicilia e vede le urne a gennaio

Alleanza coesa sul ticket Musumeci-Armao Il Cavaliere pensa al voto dopo la manovra

Berlusconi benedice l'operazione Sicilia e vede le urne a gennaio

In Sicilia, il ticket Musumeci-Armao per le elezioni regionali di novembre è cosa fatta e domani dovrebbe essere ufficializzato, in una conferenza stampa. Una scelta locale nel nome dell'unità del centrodestra, che lancia un segnale importante a livello nazionale.

Questo voleva Silvio Berlusconi, quando ha dato la benedizione al candidato-governatore Nello Musumeci, proposto da FdI e Lega, rinunciando a puntare su Gaetano Armao, dopo il fallimento della trattativa con Angelino Alfano per allargare la coalizione ad Ap. Anche se i malumori tra i centristi che non vogliono allearsi con il Pd in Sicilia sono forti: Lupi e Formigoni domani riuniscono a Milano l'ala nordista e vogliono un chiarimento dal ministro degli Esteri.

Il test-Sicilia, spiegano nell'entourage del leader di Forza Italia, appare ancor più significativo perché diversi indizi fanno pensare ad un possibile anticipo del voto di marzo. Come la dichiarazione di martedì del dem Ettore Rosato, uno che concorda ogni sillaba con Matteo Renzi: «Difficile che dopo la legge di Bilancio ci siano le condizioni per proseguire la legislatura con una maggioranza coesa». Significa che si potrebbe andare alle urne anche a gennaio?

Negli ultimi sondaggi siciliani il campione del centrodestra, da mesi in campagna elettorale, viene dato per vincente, oltre il 40 per cento. Potrebbe prevalere alla grande su Cancelleri del M5s e una pesante disfatta del centrosinistra, dilaniato tra un Crocetta furioso che si ricandida accusando Renzi di cercare il suicidio e il prescelto del Pd Micari cui Mdp e SI negano l'appoggio puntando su Fava, potrebbe portare la crisi a Roma.

Così si ragiona a Merano, dove il Cavaliere sta completando la sua settimana di remise en forme, prima di tornare in campo. Quello nazionale e quello siciliano, perché conta di scendere presto a Palermo per appoggiare Musumeci, Armao che correrà da vice-presidente della Regione e assessore al Bilancio e la squadra con altri 4-5 personaggi di livello di un centrodestra largo.

«A Berlusconi Armao è piaciuto, come il suo programma -dice uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi-, ma spaccare il fronte a pochi mesi dal voto nazionale sarebbe una follia e ha scelto il bene comune. Renzi preme per accelerare la fine della legislatura e non vuole cambiare la legge elettorale, come noi vorremmo. Quindi dobbiamo essere pronti e coesi». Conferma l'azzurro Renato Schifani: «Se il centrodestra vince bene in Sicilia rafforzerà la coalizione unita per Palazzo Chigi».

Armao, leader del movimento «Siciliani indignati», accetta il ruolo numero 2: «Non solo un ticket, ma farò il giro del mondo in 80 giorni con chi condivide con noi i programmi per rilanciare la Sicilia».

Dietro di loro, 5 o 6 le liste, da Romano e Lombardo all'Udc di Cesa, che all'interno ha qualche divisione, vedi Giuseppe De Mita.

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