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Berlusconi chiama all'unità: "Ovunque in maggioranza"

Il leader avverte gli alleati: da soli non si vince: "Questo governo è il peggiore della Repubblica"

Berlusconi chiama all'unità: "Ovunque in maggioranza"

La lealtà verso gli alleati, per Silvio Berlusconi è sacra. «Non mi sono mai sentito in competizione con Salvini o Meloni. I nostri avversari sono i partiti politici fuori dal perimetro del centrodestra, il Pd da un lato e i 5Stelle dall'altro», dice il leader di Forza Italia al Quotidiano del Sud.

Parla delle campagne per le elezioni regionali, in cui si è speso per candidati-governatori di Lega e Fdi (vedi Abruzzo e Sardegna) come per i suoi, ma pensa anche al quadro nazionale perché il voto locale dice che «ovunque il centrodestra unito rappresenta la maggioranza degli italiani». La coalizione sfiora il 50% dei consensi e Fi è in crescita al 12,5%, per l'ultimo sondaggio Tecnè e sul sito del partito azzurro si sottolinea che gli elettori vogliono il centrodestra al governo. Berlusconi insiste sull'unità dell'alleanza, «altrimenti nessuno di noi, neanche il più forte, ha la possibilità di vincere». È un avvertimento a Matteo Salvini, legato al patto con i pentastellati malgrado le divisioni, ma anche a Giorgia Meloni, impegnata nella costruzione di una nuova formazione sovranista.

Per l'ex premier, ogni vittoria del centrodestra e di Fi in particolare, «avvicina la fine di questo governo, il peggiore della storia della Repubblica». Critica misure come il reddito di cittadinanza, «molto costose che distribuiscono qualche sussidio a pioggia ma rendono eterno il problema della povertà, non lo risolvono, favoriscono i furbi». Spiega che se «le stesse cifre venissero spese per investimenti, per esempio in infrastrutture, si creerebbero posti di lavoro nell'immediato e più sviluppo».

Proprio sulle infrastrutture, a incominciare dalla Tav che è la più importante, il governo non trova una linea comune e prosegue nella politica del rinvio e dell'immobilismo. «I 5Stelle dicono di avere vinto - attacca il numero due di Fi, Antonio Tajani, su La7-, la Lega dice che non ha vinto nessuno. Ma hanno perso gli italiani». Il presidente del Parlamento europeo ironizza sui «cavilli giuridici da azzeccagarbugli» dei gialloverdi e definisce «comica» la lettera del premier Giuseppe Conte alla società italo-francese Telt che deve realizzare la Torino-Lione, degna di Totò e Peppino. Da Fi arrivano forti critiche all'accordo con la Cina per la Via della Seta, contestato anche da Usa e Ue. Berlusconi ha più volte detto che l'Europa dev'essere unita e rafforzare il legame con gli Stati Uniti proprio per contrastare l'egemonia dell'«impero cinese» e Tajani sottolinea il rischio di «un'invasione commerciale», avvertendo il governo di non affidare la rete di telecomunicazioni 5G ad aziende cinesi senza «opportune verifiche».

Le tensioni tra Lega e M5S, malgrado le rassicurazioni ufficiali, fanno pensare agli azzurri che la fine è vicina. Serve qualche altra spallata e potrebbe venire dalle prossime regionali. Dopo le vittorie del centrodestra in Molise, Abruzzo e Sardegna, l'obiettivo è la Basilicata il 24 marzo. Il Cavaliere vorrebbe tornare a Potenza a fine settimana, al fianco del candidato scelto da Fi Vito Bardi, per poi chiudere la campagna elettorale con Salvini e Meloni la settimana successiva, secondo gli accordi. Ma bisogna anche arginare il problema di liste civiche di deputati o senatori azzurri che hanno sottratto voti, anche il 4-5% che in Sardegna avrebbe fatto di Fi il primo partito. Così, il Cav scrive in una lettera a coordinatori regionali e provinciali che alle elezioni europee e amministrative non sarà autorizzata la formazione di liste civiche personali di esponenti azzurri. Tutti dovranno correre sotto il simbolo di Fi, nei 3.800 comuni, di cui 25 capoluoghi di provincia.

Per alcuni sarà election day, il 26 maggio, nello stesso giorno delle Europee.

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