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Berlusconi condannato per il tonfo di Prodi

Stravolta la Costituzione: cambiare partito diventa reato. Ma solo se vanno dal Cav

Berlusconi condannato per il tonfo di Prodi

Ci voleva Silvio Berlusconi per far vincere un processo a Woodcock. A conferma che quando c'è di mezzo il Cavaliere la giustizia fa miracoli. È stata stravolta la Costituzione in un'aula di tribunale. Per la prima volta, infatti, un cambio di partito diventa reato, pur di condannare Berlusconi. Nella storia della Repubblica italiana si è perso il conto di quanti parlamentari abbiano cambiato partito, solo nella legislatura in corso sono 277, ma nessun magistrato si è mai sognato di aprire un'inchiesta, né tantomeno di fare un processo. Questo proprio perché nella Costituzione non esiste il vincolo di mandato e gli eletti, una volta in Parlamento, sono liberi di abbandonare il partito di appartenenza.

Ma questa volta c'è di mezzo la corruzione, spiegano gli irriducibili antiberlusconiani. E già. Perché quando Fini o Alfano lasciano Berlusconi lo fanno nell'interesse del Paese, senza alcuna garanzia o promessa. Vero Napolitano?

D'altra parte ci sarà un motivo se la compravendita di Bersani viene elegantemente definita scouting e quella di Berlusconi mercato della vacche. Vuoi mettere Scilipoti e Razzi con tutti quelli pronti a salvare Renzi?

Insomma, far cadere Prodi è un delitto, ovviamente di Berlusconi. Questo nonostante tutti sappiano che il governo del professore, già politicamente debolissimo, andò a casa per l'avviso di garanzia alla moglie di Mastella, suo ministro di Giustizia. Far cadere Berlusconi, invece, è un atto di disinteressata responsabilità. E chissenefrega se dopo Prodi ci furono libere elezioni, mentre dopo Berlusconi tre premier non eletti dal popolo, ma scelti da Napolitano.

Hanno provato a farci credere che Fini fosse uno statista, Alfano un responsabile, e adesso vogliono spacciare Sergio De Gregorio, il testimone chiave dell'accusa contro Berlusconi, come una brava persona decisa a smascherare la corruzione del Cavaliere per un profondo senso di pentimento.

Così dopo lo sputtanamento del bunga bunga, finito in Cassazione con un'assoluzione, e una legge Severino valida solo se trattasi di cacciare Berlusconi dal Senato, ora assistiamo all'ultimo sfregio in nome dell'ingiustizia ad personam.

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