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Berlusconi contro i grillini "Apro la porta per cacciarli"

Il Cavaliere: «Appoggio Pd su singoli provvedimenti» Tajani: «Governo Lega-M5s? Un tradimento dei patti»

Berlusconi contro i grillini "Apro la porta per cacciarli"

I nemici in campagna elettorale sono gli stessi di oggi. E quando Silvio Berlusconi arriva a Montecitorio, per incontrare tutti gli eletti azzurri, lo ribadisce subito, rispondendo ai giornalisti: «Ho aperto ai 5Stelle? Per cacciarli fuori!».

Il nuovo governo, dirà poi ai suoi parlamentari nella Sala della Regina, dovrà farlo «il centrodestra che ha vinto, con l'appoggio del Pd, non organico ma sui singoli provvedimenti del nostro programma. È ciò che serve al Paese». L'ex premier non nasconde che la strada è in salita, perché Matteo Salvini esclude i dem e vuole invece trattare con il M5s e anche Giorgia Meloni è contraria. «Cercherò di convincerli», assicura.

A smentire convergenze con Luigi Di Maio è anche Antonio Tajani: «Non esiste l'ipotesi di un governo Lega-M5s - dice, da Strasburgo, il presidente del Parlamento Ue - perché moltissimi deputati della Lega sono eletti anche con i voti di Fi, di FdI e di NcI, quindi hanno un vincolo con questi elettori. Sarebbe un tradimento degli impegni presi. Credo che non accadrà perché c'è un documento sottoscritto in sede di formazione delle liste per cui nessuno avrebbe cambiato bandiera, rompendo l'alleanza. I patti sono sacri e vanno rispettati».

Il vertice della sera prima, che Berlusconi definisce «molto positivo», soprattutto perché sarebbe riuscito ad imporre scelte unitarie, ha però messo in luce le divergenze soprattutto con il leader del Carroccio. A Salvini lui e la Meloni hanno proposto di fare il presidente del Senato, ma ora il Cav minimizza: «È ancora tutto campato in aria...». I timori ci sono. Anche quelli di una fuga verso la Lega di qualche azzurro. Così il Cavaliere spiega che martedì si è stretto un accordo contro i cambi di casacca nella coalizione «in Parlamento e nelle amministrazioni locali.

Tra gli arazzi al primo piano della Camera soprattutto le matricole si preoccupano che la legislatura viva il tempo di un mattino. «Sarà breve ma intensa», scherza l'ex direttore di Qn Andrea Cangini. Ma Berlusconi avvisa che tornare al voto «sarebbe follia pura: potrebbe far salire ancora i grillini, dal 32% potrebbero arrivare al 40». Poi, una delle sue battute: «Comunque, fatevi un amico tra i 5Stelle, convincetelo a venire con noi».

Il leader accoglie la richiesta dal basso di andare al voto per i capigruppo: Paolo Romani e Renato Brunetta resteranno solo temporaneamente, ma una quindicina di giorni dopo la scelta dei presidenti delle Camere, se si seguirà il regolamento, saranno eletti i successori e dovrebbero essere loro a salire al Quirinale per le consultazioni. Soprattutto sul presidente dei deputati c'è molta maretta e si riscaldano a bordo campo Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, mentre Romani punta alla presidenza di Palazzo Madama.

«Ho trovato Berlusconi molto combattivo», commenta uscendo la neoparlamentare Sandra Lonardo Mastella. «Ha fatto un discorso nobile, che dobbiamo lavorare per l'Italia», racconta l'ex ad del Milan, Adriano Galliani. «Mi preparo alla mia quarta vita - aggiunge - dopo telecomunicazioni, televisioni e calcio, quella in Senato. Malgrado l'età, sono un giocatore della Primavera». Vittorio Sgarbi vaga nel corridoio, tra i busti di La Marmora e D'Azeglio, chiedendosi: «Che governo si farà? Non l'ho proprio capito». A Luigi Vitali i giornalisti chiedono se è un neoeletto e lui risponde: «Semmai ripetente, alla quinta legislatura». Paura del M5s, accordo con loro? «Io no, vengo dalla Puglia, dove Fi ha fatto il 20% e sono stato eletto staccando un grillino di parecchi punti.

Figuriamoci se ora mi alleo con lui!».

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