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Berlusconi: contro il regime al referendum votiamo "No"

Il leader di Forza Italia arruola un «esercito» di 200mila difensori del voto che chiameranno gli elettori rassegnati «Renzi occupa militarmente il nostro Paese. È guerra»

Berlusconi: contro il regime al referendum votiamo "No"

Milano - Sono pronti tre «avvisi» di sfratto per il governo Renzi. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervenendo al convegno «Gioventù in azione» organizzato dalla vicepresidente del gruppo del Partito popolare europeo Lara Comi, al Palazzo delle Stelline a Milano, li ha già metaforicamente imbustati. «Un primo avviso con le amministrative; un secondo col no al referendum di ottobre; un terzo convincendo i 26 milioni di italiani che nelle ultime elezioni non sono andati a votare. Persone deluse, disgustate, rassegnate. Persone come noi». Per far questo è stato arruolato l'esercito di Silvio, «200mila difensori del voto (partito ieri anche il sito www.difensoridelvoto.it, ndr), nostri azzurri che non solo saranno nelle sezioni elettorali per evitare la consuetudine dei brogli in cui la sinistra è professionista, ma che cerchino di raggiungere gli elettori, chiamandoli uno ad uno». In ogni sezione ci sono 752 elettori e la metà di questi non va a votare. Berlusconi, che di calcoli è uno specialista, ha già fatto due conti: «Ci sono più di 200 elettori per ogni sezione da contattare per farli ragionare e mandarli a votare contro un sistema che non posso che chiamare re-gi-me».

Come in una guerra, augura a tutti i militanti in sala «buon combattimento» e rivela la tattica degli azzurri: «Abbiamo preparato tutte le domande che possono arrivare a convincere le persone. Abbiamo detto ai nostri ragazzi di scrivere su un foglio bianco il nome dei familiari, parenti e amici che non vanno più a votare. Questa è una battaglia per salvare il nostro paese occupato militarmente da un bulimico di potere come Renzi». Il convegno Youth in action è stata una buona occasione per parlare anche delle prossime amministrative: il candidato sindaco di Milano, Stefano Parisi, è passato per un saluto. Nel dibattito si inserisce Daniela Santanchè che attraverso una lettera suggerisce al leader di Forza Italia di salvare le elezioni romane dalla sconfitta sicura, con un Marchini che viaggia sull'11%. «Presidente, solo tu che hai sempre saputo federare e cogliere l'essenza della politica, puoi con un colpo da scaccomatto far convergere i voti dei romani che ti ascoltano su Giorgia Meloni e farla vincere con certezza. Roma sarà il punto fermo di una federazione di centrodestra, da te presieduta, in grado di vincere e rilanciare l'Italia».

C'è anche il vicepresidente vicario del Parlamento europeo Antonio Tajani ad ascoltare il suo leader quando si dice preoccupato per il nascere di movimenti anti europeisti che mettono in discussione l'Europa, come Podemos in Spagna e il Front National in Francia, quando ammette di temere l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, o quando dissente da quei paesi che per ostacolare gli immigrati alzano i muri.

Berlusconi scherza davanti all'amico presidente del Ppe, Joseph Daul, e sotto il video con scritto «Gioventù in azione» dice che a 80 anni comincia ad essere un po' stanco. Salvo poi aggiungere: «Non è vero che stamattina ho corso per un'ora, ce l'ho fatta solo per 45 minuti».

Applausi.

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