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Berlusconi dà il via libera alla riforma

Forza Italia però non voterà la fiducia. Ok dalla Lega, no di Fdi

Berlusconi dà il via libera alla riforma

Roma La fiducia alla Camera dei Deputati per votare il «nuovo» Rosatellum era la più amara delle medicine possibili. Quindi la più temuta. Pur sempre di medicina, però, si tratta e allora ecco che il consenso al «metodo» scelto per l'assemblea di Montecitorio si fa vago e spiccio. Come per mandar giù, appunto, con fermezza una pillola. Ancora ieri sera la posizione di Forza Italia era chiara. Berlusconi ha ribadito il suo sì al Rosatellum bis («Siamo fiduciosi per l'ok alla Camera e speriamo che possa essere approvata anche al Senato con la più larga maggioranza possibile. Così dare al Paese un sistema di voto degno di questo nome e poter andare a elezioni, nel 2018»). «Capiamo l'esigenza di porre la fiducia - aggiunge - ma, da forza politica di opposizione, abbiamo deciso di non partecipare ai voti che riguarderanno le fiducie chieste dall'esecutivo».

Anche Renato Brunetta si sofferma per un attimo sulla «medicina». E lo fa per rispondere a chi gli ricorda che ai tempi dell'Italicum Forza Italia gridò allo scandalo. «Quella fiducia - replica il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio - era un colpo della maggioranza. Il Rosatellum bis è voluto anche da parte dell'opposizione».

Poi Brunetta passa a bacchettare Giorgia Meloni e la sua sdegnata reazione alla notizia del voto di fiducia sulla futura legge elettorale. «Fratelli d'Italia ha scelto un'altra strada - commenta - noi invece rivendichiamo la nostra scelta di sostenere una battaglia emendativa». La Meloni replica parlando di coerenza: «Da sempre avevamo due richieste - ricorda la leader di Fratelli d'Italia - un premio di maggioranza che consentisse agli italiani di scegliere chi mandare al governo e le preferenze». Ora la Meloni è intenzionata, a tal riguardo, ad appellarsi al Capo dello Stato. «Ci appelleremo a Mattarella - annuncia la Meloni - perché siamo dell'idea che le regole del gioco non possano essere decise con la fiducia».

Di «forzatura», a proposito della fiducia, parla anche un navigato protagonista della vita parlamentare come Umberto Bossi. Mentre la Lega affida la sua posizione a Giancarlo Giorgetti. «Noi vogliamo andare a votare - spiega il deputato - il più presto possibile. Per votare ci vuole una legge elettorale e finalmente una legge elettorale c'è, per questo la votiamo convintamente». «Si poteva approvare anche senza fiducia, la fiducia - aggiunge - garantisce il fatto che la legge elettorale sia fatta il prima possibile. Questo è molto importante, perché da un anno se ne discute e non se n'è fatto nulla». E a questo proposito Berlusconi spiega il paradosso di un sistema che se «scontenta tutti», può evidentemente «arrivare al traguardo». «Forza Italia - conclude - ha da sempre ritenuto fondamentale fare la legge elettorale in Parlamento.

Non si può andare alle prossime elezioni politiche con due sistemi frutto di altrettante sentenze della Corte costituzionale».

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