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Berlusconi deluso da Alfano: ragiona da piccolo leader

Cav irritato dai veti di Ncd su preferenze e soglie di sbarramento: "Avanti anche senza di loro". E aspetta al varco l'ex delfino: "Gli italiani sapranno giudicare"

Berlusconi deluso da Alfano: ragiona da piccolo leader

B erlusconi è deluso da Alfano. Ma poi fa spallucce: «Noi andiamo avanti lo stesso. La strada è quella, con o senza Angelino». Il giorno dopo la lettera pubblicata dal Giornale in cui il Cavaliere ha lanciato un appello all'unità dei moderati, il vedere la risposta così timida, per usare un eufemismo, dell'ex delfino, lo delude profondamente. Il primo impulso dell'ex premier, nel vedere che Alfano schiaffeggia la sua mano tesa al ricongiungimento è alza il prezzo per ottenere un salvavita per se stesso, è quello della rabbia. «Ma come? Io parlo di unità, di valori, di strategia futura con generosità e rispetto e loro rispondono “sì ma se ci date preferenze e soglie di sbarramento più basse?”. Ragiona come un piccolo leader di un piccolo partito», è il senso del ragionamento che si fa ad Arcore.

Sì perché, anche se Alfano non lo ammette così chiaramente e sposta il problema sulle preferenze, quello che gli interessa davvero è scardinare l'accordo con Renzi sull'Italicum. Sondaggi alla mano, infatti, l'asticella dello sbarramento al 4,5% previsto ora dalla legge elettorale è distanza siderale da raggiungere per l'Ncd. Così, Angelino alza il prezzo anche solo per risedersi al tavolo e discutere del futuro del centrodestra con motivazioni che di nobile hanno ben poco.

Che il Cavaliere non abbia preso bene la risposta di Angelino lo dimostra la replica di Toti: «Berlusconi ha teso la mano a tutte le forze di centrodestra. Ma il gesto generoso ha avuto una risposta timida, confusa e tentennante da parte del Nuovo centrodestra. Ai vari Quagliarello, Formigoni e Cicchitto che tratteggiano un possibile nuovo centrodestra senza Berlusconi vorrei ricordare le radiose sorti dei loro predecessori». E ancora: «Gli elettori certamente sapranno cogliere l'importanza e l'opportunità di un centrodestra unito negli intenti e negli obbiettivi per portare il Paese fuori dalla crisi. Ma purtroppo i dirigenti del Nuovo centrodestra non sono altrettanto lungimiranti».

Già, gli elettori. Berlusconi, sbollita la stizza per quello che reputa uno schiaffo da parte del suo ex delfino, allarga le braccia scuotendo la testa: «Gli italiani sapranno giudicare...». Infatti è Deborah Bergamini a sottolineare la differenza: Berlusconi parla al popolo, Alfano no. «Berlusconi ha disegnato una visione aperta e lungimirante di quello che dovrebbe essere il futuro del centrodestra e del Paese. Ncd invece evidentemente ha come priorità le preferenze. I nostri elettori, molti dei quali sono rimasti a casa alle recenti elezioni europee, scoraggiati dalla frammentazione del popolo dei moderati, sono i primi a chiederci un centrodestra unito, competitivo e generoso. Da oggi avranno ancora più chiaro che Forza Italia sa interpretare pienamente le loro aspettative». E pure Mariastella Gelmini pigia lo stesso tasto: «La lettera non è indirizzata soltanto a questo o a quel leader del centrodestra, ma si rivolge alla vasta platea di elettori moderati, storicamente maggioranza in Italia». E quindi: «Commenti stizzosi o risentiti alla lettera di Berlusconi sono la spia del disagio politico in cui viene a trovarsi chi ha immaginato di farsi fondatore o, peggio, rifondatore di un centrodestra che non può prescindere dall'esperienza di Berlusconi».

In chiaroscuro le risposte che arrivano dall'Udc.

Se De Poli chiude la porta, «Berlusconi nella sua lettera ai moderati propone uno schema vecchio e superato», il presidente D'Alia la apre: «Apprezzabile iniziativa messa in campo da Berlusconi che rappresenta una fetta importante di quell'elettorato a cui vogliamo rivolgerci senza chiusure tattiche prive di senso politico».

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