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Berlusconi deluso dal premier: non vuole essere impopolare

Il leader di FI rimprovera al premier la mancanza di coraggio ma evita lo scontro frontale. Sulla giustizia riprenderanno le trattative

Berlusconi deluso dal premier: non vuole essere impopolare

Berlusconi è deluso da Renzi ma non vuole affondare il colpo. Tra una seduta di fisioterapia e una capatina a San Siro per vedere la prima del suo Milan, predica cautela agli azzurri; come se non volesse soffiare sul fuoco perché giudica la situazione del Paese sufficientemente rovente. L'economia va a rotoli e lo «Sblocca Italia» non sbloccherà un bel niente. «Pannicelli caldi» li giudica il Cavaliere, consapevole che i margini di manovra sono talmente bassi da non consentire quello choc di cui il Paese ha bisogno. Un po' è colpa della situazione: di euro in cassa non ce ne sono. Un po' è colpa del premier: non ha il coraggio di prendere misure impopolari come il taglio drastico della spesa pubblica o la riforma profonda del mercato del lavoro. Nonostante l'ex premier bocci l'azione del governo, da Arcore non arriva l'ordine di affondare il colpo. Incalzare sì, dichiarare guerra no.

Così Berlusconi sceglie una linea attendista e responsabile. «Vedere i testi» sembra essere il mantra per la tanta carne al fuoco che il premier ha messo sul piatto. Le cose concrete sono briciole che magari potranno essere corrette in fase di discussione parlamentare; Sulle cose più fumose, invece, a breve si apriranno delle trattative che saranno serrate; in special modo sul terreno giustizia laddove Renzi ha optato o per la delega (processo civile, intercettazioni, prescrizione) o per il disegno di legge (responsabilità dei magistrati). È il consigliere politico del Cavaliere, Giovanni Toti, a sintetizzare il pensiero berlusconiano: «Faremo opposizione ma opposizione responsabile e non ostruzionistica», giura. E al Corriere della Sera dice di più: «Un nostro aiuto sulla legge di Stabilità? Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato. Tra 80 euro dati solo ai dipendenti, Sblocca Italia e giustizia, Renzi ha dimostrato che il suo è un governo di sinistra». Certo, la speranza è che le cose possano cambiare ma per adesso il sentore è che il premier rifiuti la mano tesa degli azzurri.

Tocca al presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, dar voce alla parte berlusconiana più critica nei confronti del premier: «Renzi sembra solo preoccupato di stare al centro della scena, di mostrare che si dà da fare, e di dispensare scenette, sorrisi, intrattenimento e buon umore - lo inchioda l'azzurro -. Ma l'autunno che si prepara è davvero cupo per famiglie e imprese. Tutti gli indicatori sono negativi: e poi, tra ottobre e dicembre, si materializzerà quella tassa sugli immobili (prima casa inclusa) che è stata aggravata da Renzi, che alimenterà la crisi di liquidità, e inaridirà ulteriormente la propensione al consumo». E come Capezzone anche il capogruppo alla Camera Brunetta va giù più duro: «Se non fosse per Lady Pesc giornali catastrofici su “Sblocca Italia” - twitta -. Con gli imprenditori che abbandonano Renzi».

Già, Lady Pesc. Anche sulla fresca nomina del ministro degli Esteri Federica Mogherini a capo della diplomazia della Ue Berlusconi è scettico. O meglio: ritiene che Renzi abbia portato a casa un risultato ma che si sia incaponito in una partita non fondamentale per il nostro Paese. Va bene il prestigio ma la questione è un'altra: in Europa o le cose cambiano sull'economia e la politica monetaria o per noi continueranno i guai. È quasi amareggiato il Cavaliere quando parla d'Europa. «Adesso tutti dicono quello che ho sempre sostenuto: di sola austerità si muore. Quando lo dicevo io piovevano critiche da tutte le parti», è il senso del suo lamento. Il quale, anche su questo fronte, vorrebbe dare una mano sincera a Renzi, per il bene del Paese.

Ma il giovane premier avrà la forza di sbattere i pugni sul tavolo di Bruxelles al cospetto della cancelliera di ferro? Questo il dilemma.

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