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Berlusconi e la scelta su Roma: il candidato non sarà Marchini

Un'ora di confronto con Salvini e Meloni: nomi unitari in tutte le grandi città al voto. Già fissato l'avvio della campagna elettorale, manifestazione il 7 dicembre nella Capitale

Berlusconi e la scelta su Roma: il candidato non sarà Marchini

Mai più le candidature in ordine sparso, il caos e il masochismo sperimentato alle ultime Regionali. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si riuniscono per oltre un'ora a Palazzo Grazioli per entrare nella «fase operativa» della ricostruzione del centrodestra. E stringono un patto di ferro per le Amministrative, per le quali ci saranno programmi e candidati comuni in tutte le città, oltre a una manifestazione unitaria, fissata per il 7 febbraio (probabilmente a Piazza del Popolo a Roma), un evento simbolico che lancerà la volata della campagna elettorale.La premessa su cui i tre partecipanti convengono è la necessità di schierare i miglior candidati possibili, senza egoismi, mettendo da parte le logiche di bandiera. Si gioca per vincere, insomma, perché solo così si può sottrarre legittimazione a Matteo Renzi e impedire il dilagare di Beppe Grillo. Per fare questo è necessario dare contenuti, credibilità e sostanza alla nuova alleanza, creando subito un tavolo di lavoro per definire sia il programma nazionale, sia quello per le Amministrative (che poi sarà ovviamente declinato città per città). I leader supervisioneranno questo processo, sceglieranno loro i nomi dei candidati per i capoluoghi di Regione e si incontreranno a breve per dare continuità a questo lavoro. Fondamentale, però, da adesso in poi sarà agire in maniera unitaria e non fornire segnali dissonanti.La panoramica iniziale sulle candidature per le grandi città produce indicazioni importanti. Per Milano si ragiona su vari nomi, ma come anticipato da Repubblica, salgono le quotazioni di Alessandro Sallusti, giudicato nel corso dell'incontro «candidato autorevole e credibile» da parte di Berlusconi, Salvini e Meloni. Il direttore de il Giornale starebbe valutando l'offerta, riservandosi di dare una risposta anche in base ai sondaggi. Viene, invece, definitivamente cancellato dalla rosa dei papabili Maurizio Lupi, su richiesta del segretario della Lega, a meno che l'attuale capogruppo Ncd non decida di lasciare il partito di Angelino Alfano.Spostandosi su Roma viene accolto il veto avanzato da Fratelli d'Italia su Alfio Marchini. A questo punto, però, sia Berlusconi che Salvini chiedono alla Meloni di candidarsi. La replica è possibilista: «Se sarà necessario non mi sottrarrò» dice l'ex ministro della Gioventù «proviamo però prima a verificare se esiste un personaggio di peso che possa aggregare tutti». Giorgia Meloni mette in chiaro che qualora dovesse accettare porrà condizioni «per poter vincere e governare Roma». Fermo restando che a quel punto si porrebbe il problema della competizione con Marchini, partito in queste ore con la sua campagna elettorale. Nel corso dei colloqui Berlusconi prende anche informazioni sull'eventuale disponibilità di Guido Crosetto a candidarsi a Torino.Il comunicato finale sottolinea «il consolidarsi, dopo il successo di Bologna, di una rinnovata coalizione di centrodestra unita nell'opposizione decisa al Governo Renzi»; il «clima di assoluta condivisione»; la necessità di procedere sulla linea della «compattezza in ciascuna delle competizioni elettorali»; la decisione di convocare «un tavolo per un programma comune», oltre a un tavolo «per le candidature».

Il tutto con un obiettivo «prioritario e irrinunciabile: la vittoria elettorale e il successivo buongoverno delle città», grazie a candidati credibili scelti «senza guardare all'appartenenza ai partiti che li propongono».

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