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Berlusconi guarda ai mercati: "Si fidano di noi moderati"

Il Cavaliere: "Governo a noi: troveremo i numeri in Parlamento, altrimenti il Paese può essere a rischio"

Berlusconi guarda ai mercati: "Si fidano di noi moderati"

Roma - «Chi pensa di dividerci si fa delle grandi illusioni, il centrodestra è forte proprio perché è unito e per questo chiede la guida del Paese». Silvio Berlusconi continua la sua offensiva dell'unità, rivendicando la comunanza di valori e il retaggio ventennale che lega Forza Italia alla Lega. Ma soprattutto lancia un altro messaggio al Quirinale per perorare la causa di un governo di centrodestra chiamato a cercarsi i voti in Parlamento.

Un governo di centrodestra di minoranza «in Europa non sarebbe una novità, solo in Italia sembra una cosa strana», dice al Corriere della Sera (Gianfranco Rotondi ricorda che «con questa formula Andreotti nel 1976 governò ben tre anni portando l'Italia fuori dall'emergenza del terrorismo»). «Se fallisce il dialogo fra Cinquestelle e Pd» continua Berlusconi «non ci sarebbe nulla di anomalo in un governo di centrodestra che va in Parlamento a chiedere il consenso o almeno l'astensione delle altre forze politiche o dei singoli parlamentari». Al contrario l'accordo tra Cinquestelle e sarebbe «un grande problema per il Paese e la fine del Pd», dichiara Berlusconi. Con i democratici «fin qui il tema di un'interlocuzione non s'è davvero posto, né da parte nostra né da parte loro». Per trovare i voti in aula «conto di più sul senso di responsabilità dei singoli parlamentari».

In merito alle parole di Di Maio sul conflitto di interessi e alla minaccia di un intervento anti-Mediaset, «sarebbe grave mettere in pericolo una delle maggiori aziende che fanno comunicazione e cultura in Italia e in Europa, dando lavoro a decine di migliaia di persone, ed è grave minacciare l'avversario politico di colpirlo nelle sue proprietà personali».

Le possibilità di tornare al voto «purtroppo non sono poche, ma io mi ostino ad essere ottimista», dice Berlusconi. Quanto a un esecutivo istituzionale, «non mi pare un'ipotesi possibile: non sarebbe giusto avere un governo non scelto dagli elettori. Ma nella situazione in cui ci troviamo, possiamo per fortuna contare su un capo dello Stato saggio ed equilibrato come il presidente Mattarella, un arbitro imparziale e prudente. Ho piena fiducia in lui». Infine un pensiero alla fiducia finora accordata dai mercati all'Italia, nonostante il lungo limbo di instabilità e indeterminatezza politica. Una fiducia che difficilmente verrà concessa a oltranza. «Il pericolo c'è ed è grave: lo stato dei nostri conti pubblici, e in particolare del nostro indebitamento, rende l'Italia un Paese a forte rischio. Ma, nonostante tutto, per ora i mercati contano ancora sulla possibilità che il centrodestra, l'unica forza politica con un programma concreto e credibile, possa andare al governo».

Per quanto filtra il pressing di Forza Italia per un governo «al buio» non sembra aver fatto breccia nei cuori dei leghisti (così come resistono le perplessità del capo dello Stato). È chiaro, però, che la situazione è tuttora in divenire. E Salvini mostra, comunque, di continuare a ragionare in termini di forza di governo. «Noi i programmi non li cambiamo in corsa: abolire l'infame legge Fornero sarà la nostra priorità. Voglio andare al governo con chi ci darà una mano per fare, per realizzare il programma premiato dagli elettori. Gli italiani meritano rispetto, altro che governi col Pd!» scrive il segretario della Lega Matteo Salvini su twitter.

Dal fronte di Forza Italia l'opzione del governo che vada a cercarsi i voti in Parlamento viene rilanciata a più voci. «L'unica possibilità credibile è formare un governo incentrato sul centrodestra unito con un programma già approvato dai cittadini con il 37% e che esprime oltre il 40% dei parlamentari eletti» dice Anna Maria Bernini.

«A questi potranno aggiungersi altri eletti che vorranno far prevalere la responsabilità al caos e al voto anticipato».

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