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Berlusconi lancia l'altolà: "Il Mattarellum non va più"

Il leader chiude a Renzi: "Meglio il proporzionale corretto". Forza Italia cresce nei sondaggi: +1,5%

Berlusconi lancia l'altolà: "Il Mattarellum non va più"

Berlusconi fa muro: no al Mattarellum. Il Cavaliere ripete ai suoi che «con un sistema bipolare poteva andare anche bene ma così no. Governerebbe sempre una minoranza. Meglio il proporzionale corretto». Quindi, in un messaggio al coordinatore azzurro della Sicilia, Gianfranco Miccichè, parla di voto: «Spero che al più presto, dopo una legge elettorale condivisa, ci siano le elezioni politiche nazionali». La Lega, in tandem con Fratelli d'Italia, è pronta a firmare la proposta assieme al Pd: «Si può fare in 15 giorni». Vero? Mica tanto perché andrebbero ridisegnati i collegi, con un decreto del neo ministro dell'Interno Minniti. Cosa fattibile, certo, ma dai tempi lunghi. Non solo: gli azzurri sono convinti che se anche il Pd si appoggiasse a Salvini e Meloni per portare a casa il Mattarellum, i numeri in Parlamento non sarebbero così certi. Sulla carta il Pd, assieme a Lega e Fratelli d'Italia, avrebbe la maggioranza sicura alla Camera ma non in Senato. Il Carroccio porta in dote soltanto 12 senatori, insufficienti a sostituire i 29 No certi di Alfano. E poi non si può parlare di un Pd monolite perché solamente i renziani sono per il Mattarellum senza se e senza ma. Gli altri (franceschiniani, orlandiani e giovani turchi) hanno già cominciato ad arricciare il naso. Così, il Cavaliere è certo che il dibattito sul Mattarellum sarà destinato ad affievolirsi fino ad esaurimento. Meglio quindi aspettare la sentenza della Consulta e confidare in un sistema sostanzialmente proporzionale. Bisogna fare i conti anche con i sondaggi. L'ultimo, Emg per TgLa7, vede una forte risalita del centrodestra: dopo il referendum recupera due punti. E a tirare la volata è soprattutto Forza Italia, con un +1,5%. Ma il sondaggio disegna anche uno scenario di ingovernabilità con il Mattarellum, con i tre poli praticamente alla pari.

Gli azzurri sono compatti anche se il governatore della Liguria, Giovanni Toti, si smarca un po': «Se si apre subito, in Parlamento e alla luce del sole, una discussione seria che parta dal Mattarellum o da altre proposte presentate dai partiti, noi siamo pronti a sederci al tavolo. Il Mattarellum può essere una base di discussione». Molto più duro il senatore Gasparri: «Il Mattarellum non è un sistema elettorale riproponibile. Punto e basta». Mentre Gianfranco Rotondi evoca addirittura la piazza: «Se torna il Mattarellum siamo pronti a portare un milione di persone in piazza».

Naturalmente il dibattito sulla legge elettorale amplia il solco nel centrodestra. Salvini, che ha fretta di andare alle urne, sfida il Cavaliere: «Se ci sono patti chiari, scritti e sottoscritti, si può fare un'alleanza, una federazione con Forza Italia. Io sono ottimista e penso di convincere Berlusconi. Ma occorre firmare prima. La proposta della Lega - ribadisce - prevede cinque punti: aliquota fiscale unica; superamento della riforma Fornero sulle pensioni; sul fronte immigrazione, blocco delle partenze ed espulsione di chi è qua senza titolo; e, infine, per quanto riguarda euro e Ue, ritorno alla sovranità monetaria e ridiscussione di tutti i trattati». Punto critico per il Cavaliere, che vuole restare nel Ppe.

Poi, sempre nel messaggio a Miccichè, parla di Sud: «Oggi il governo Gentiloni nelle sue dichiarazioni programmatiche in Parlamento ha reintrodotto il mezzogiorno d'Italia fra le priorità: lo vedremo all'opera, ma abbiamo il diritto di essere scettici su un vero cambio di passo».

E del futuro del partito: «Noi dobbiamo saperci rinnovare con le energie dei nostri giovani ma non rottamiamo nessuno».

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