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Berlusconi lancia la sfida: "Fi guida dell'alleanza" E i sondaggi lo premiano

Leadership: Cavaliere al 39%, Salvini al 32% «Vinciamo, le roccaforti rosse non reggono»

Berlusconi lancia la sfida: "Fi guida dell'alleanza" E i sondaggi lo premiano

Gli ultimi sondaggi confermano: agli italiani piace il centrodestra, unito in un listone o meno, si vedrà. Viene valutato oltre il 35%, ben più di Pd e M5S, che si allineano al 26,6. Soprattutto, gli elettori preferiscono il centrodestra con un volto moderato. Il volto di Forza Italia e Silvio Berlusconi dice che il suo partito ha ora il compito di guidare lo schieramento, nella «battaglia durissima, decisiva» dei prossimi mesi, per poter «tornare a governare, nel solco delle idee del Partito Popolare europeo, con i nostri programmi liberali fondati sui nostri valori cristiani».

Suona come una sfida a Matteo Salvini, quella nel messaggio inviato per l'apertura di una nuova sede di Fi in Emilia Romagna. La leadership, dice la ricerca di Nando Pagnoncelli pubblicata dal Corriere della Sera, è salda nelle mani del Cavaliere, al 39% dei consensi, contro il 32 del numero uno del Carroccio. Salvini però tira dritto, ribadisce il no alla lista unica e invita il leader azzurro ad andare al voto anche con il Mattarellum.

Il Cavaliere quel voto già lo vede, come una svolta attesa da anni. «Dopo 4 governi consecutivi non scelti dagli italiani - afferma l'ex premier - i cittadini hanno finalmente la possibilità di scegliere da chi essere governati. Io sono convinto che sceglieranno noi, di fronte al fallimento del Pd e all'inconsistenza del M5S».

Il centro-destra, che scrive col trattino a sottolineare la differenza tra Fi e gli alleati, può vincere se va avanti «unito e plurale, capace di fare politica in modo nuovo, senza protagonismi o particolarismi, capace di parlare ai tanti cittadini che - disgustati dalla politica - non vanno più a votare».

In un altro messaggio, quello alla Festa alla Versiliana dei 170 anni dell'Opinione, il leader azzurro sottolinea che non bisogna consentire divisioni con gli alleati, ma «discutere di idee e di programmi». Spiega che il segnale del cambiamento viene dalle elezioni amministrative di giugno: «Dimostrano che le roccaforti rosse non reggono più». Il prossimo appuntamento è in Sicilia, a novembre e di là può arrivare la volata per il voto di marzo.

Serve, per il Cav, «la rivoluzione liberale di cui il nostro Paese ha bisogno», una vittoria alle elezioni per realizzare il programma riassunto nel «simbolico albero delle libertà: meno tasse, meno stato, meno burocrazia, più sicurezza interna e internazionale, più garanzie per ciascuno, più aiuto a chi ha bisogno».

Il leader rivolgendosi a Diaconale affronta anche il tema dell'immigrazione, al centro del dibattito della Versiliana. Apprezza la «scelta della fermezza» del governo, ma la vede tardiva, sottolinea le divisioni interne e il passato «buonismo inconcludente».

In questo momento, Berlusconi è impegnato a trasmettere energia, impegno e ottimismo al suo popolo e lo fa anche con i messaggi. «Non c'è traguardo che non sia alla nostra portata - afferma - con una proposta di governo, locale e nazionale, credibile, seria, affidata non a politici di professione ma a chi nella vita civile e professionale ha dimostrato di saper realizzare dei risultati».

Molto dipenderà dalla legge elettorale con la quale si andrà a votare e Berlusconi spera di riaprire davvero il tavolo con Matteo Renzi, ripartendo dall'accordo infranto sul sistema proporzionale tedesco. Ma, ragiona il sindaco azzurro di Pietrasanta Massimo Mallegni, «con qualsiasi sistema arriveremo primi, non dico vinciamo, perché poi si dovrà ragionare sulle alleanze».

Alleanze dentro e fuori il centrodestra.

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