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Berlusconi al lavoro per pescare il jolly su Roma e Milano

Il Cavaliere ha trascorso il Natale ad Arcore per mettere a punto la strategia in vista delle Amministrative e mandare in crisi il governo

Berlusconi al lavoro per pescare il jolly su Roma e Milano

Berlusconi ha dedicato gran parte del tempo delle sue vacanze a rispondere alle centinaia di lettere arrivate ad Arcore. Spesso soltanto biglietti di auguri, ogni tanto regali che vanno dalle bottiglie di olio alle casse di vino: regali ben graditi a cui il Cavaliere sta rispondendo con entusiasmo. Il regalo più bello, tuttavia, sarebbe quello di sbrogliare la matassa legata ai candidati alle prossime amministrative ma in questo caso sono soltanto i tre leader che possono tirare fuori dal cilindro i nomi giusti. Passi avanti non se ne sono fatti anche se tutti i sondaggi spingono affinché si trovi la «quadra» tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

Nessuno dei tre vuole accelerare, convinti come sono che il jolly da mettere in campo dev'essere ben ponderato e vincente. Questo perché - è noto a tutti - Renzi sta prosciugando il serbatoio di consensi che aveva nel Paese e una sua sonora sconfitta alle Amministrative potrebbe avere notevoli ripercussioni politiche anche a livello nazionale.Su Milano, così come su Roma, Bologna e Trieste, di passi avanti non se ne sono fatti. Paolo Del Debbio, Alessandro Sallusti e Stefano Parisi è la terna ancora nel mazzo per il tavolo del capoluogo lombardo. Il Cavaliere non vuole anticipare alcuna mossa, su Milano; anche perché preferisce aspettare l'esito delle primarie del centrosinistra e vedere chi la spunterà tra Giuseppe Sala (che resta il favorito), Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Roberto Caputo. «Prima occorre sapere se si gioca contro il Barcellona o l'Akragas», aveva detto ai suoi che gli chiedevano lumi su chi avrebbe schierato a Milano.Su Roma, invece, la questione è un po' differente. A Berlusconi continua a non dispiacere Alfio Marchini. Un nome che lascia abbastanza indifferente Salvini ma che incontra il veto assoluto di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, posto il niet, s'è sentita più volte rispondere dai due: «Allora corri tu, Giorgia».

Ma lei, forse consapevole che nell'amministrare una città come Roma adesso c'è il serio rischio di bruciarsi definitivamente ha sempre preso tempo.C'è stallo anche su Bologna dove, in questo caso, il maggior braccio di ferro è tra gli «azzurri» e i «verdi». La soluzione, però, potrebbe essere il contemporaneo ritiro dei due candidati di bandiera di Forza Italia e Lega; solo se, però, si trovasse anche qui un candidato non politico e vincente.A livello nazionale, invece, Berlusconi continua a picchiare duro su Renzi, considerato poco più che un affabulatore. «Parla tanto e bene ma fa poco e male; la gente comincia a capirlo». Infatti Maurizio Gasparri mostra i denti sull'affaire banche: «Si avvicina un nuovo festival delle bugie di Renzi. Gli faremo le pulci, menzogna per menzogna, quando tra un paio di giorni farà il nuovo bugia-day. E cominceremo dalle banche». Mentre Anna Maria Bernini attacca sul fisco: «È chiaro a tutti che le dichiarazioni di Renzi, compresa la sua newsletter-letterina di Natale, hanno la stessa attinenza con la realtà di Santa Claus e delle sue renne.

I dati ci raccontano un'altra storia, a partire dalla stangata di oltre 500 euro che, come ha ricordato il Codacons, gli italiani dovranno affrontare nel 2016 per aumenti di bollette e tariffe».

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