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Berlusconi libero, Renzi no

Estinta la pena e cancellata l'interdizione dai pubblici uffici. Ora la palla passa all'Europa. Il premier invece è prigioniero della sinistra che lo tiene sotto scacco sulla legge elettorale

Berlusconi libero, Renzi no

Oggi Berlusconi torna a essere un uomo libero. Il tribunale di Milano ha revocato tutte le misure restrittive seguite alla condanna di due anni fa, frutto di un processo alquanto discutibile. È un bel giorno, ma c'è poco da festeggiare. Il danno, personale e politico, è stato enorme. E resta l'impossibilità di candidarsi per ancora quattro anni in seguito alla «sentenza» retroattiva emessa dal Senato, la discussa legge Severino. Chissà se dal tribunale europeo arriverà in tempo una sentenza che cancelli l'ingiustizia così com'è successo proprio ieri per un altro servitore dello Stato, Bruno Contrada, perseguitato e ingiustamente condannato dalla magistratura italiana.

Per ora accontentiamoci, e auguriamoci che la ritrovata libertà fisica rilanci quella politica visto che Matteo Renzi è sempre più prigioniero della vecchia sinistra (che in queste ore lo sta ricattando sulla legge elettorale) e delle sue bugie, l'ultima delle quali - il tesoretto da regalare agli italiani - è stata smascherata in prima pagina anche dal Sole-24 ore . Serve ora un Berlusconi libero di disfarsi di tutti coloro i quali in questo anno di «arresti» hanno fatto carne di porco degli impegni presi con gli elettori. Di chi ha trasformato Forza Italia in un ring per interessi personali, di chi stava svendendo un patrimonio non suo a Matteo Renzi. Non importa se alla fine di questa operazione rimarranno in pochi o se si pagherà dazio nei sondaggi. Quasi metà degli italiani dichiarano di non volere votare Renzi, né Grillo e neppure Salvini (Alfano e i suoi manco a dirlo). Ed è lì che è urgente guardare. Solo un uomo libero può provare a mettere in campo per loro un progetto nuovo su basi antiche. Che poi decida di giocarsi in prima persona o stare dietro le quinte non importa. Il primo partito italiano non è il Pd ma quello dell'astensione. Gente moderata ex Forza Italia-Pdl che guarda con disgusto i cespugli di Alfano e Fitto, che non comprende le bizze della Meloni, che - sono sicuro - sarebbe interessata al progetto di un grande partito conservatore - in America si chiama repubblicano - da contrapporre all'utopia democratica renziana e all'isteria inconcludente di Grillo. Servono coraggio, visione e follia. Serve un uomo libero che abbia questi requisiti.

Bentornato, presidente Berlusconi.

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