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Berlusconi lima l'accordo e lancia i "difensori del voto"

Il Cavaliere a Roma segue da vicino l'iter del Tedeschellum. Una truppa di azzurri per evitare brogli alle elezioni

Berlusconi lima l'accordo e lancia i "difensori del voto"

La ritrovata centralità nella trattativa sulla legge elettorale certo non dispiace a Silvio Berlusconi. L'inaspettata convergenza di tutti i principali partiti sul testo presentato da Forza Italia e poi limato dalle altre forze che lo hanno sottoscritto è a tutti gli effetti un «miracolo parlamentare», come sottolinea Francesco Paolo Sisto. Così il presidente di Forza Italia, alla vigilia della stretta finale che alla Camera potrebbe essere tra domani e dopodomani, si prepara a venire a Roma - salvo ripensamenti - per seguire da vicino i lavori parlamentari e fare il punto con i dirigenti del partito, probabilmente nel pomeriggio di oggi.

Berlusconi, consapevole dell'approssimarsi del voto, vuole approfondire tutte le variabili contenute nella nuova legge e non sottovalutare alcun aspetto. Non a caso continua a seguire con grande attenzione l'organizzazione dei controllori del voto. Inoltre non si esclude la possibilità che venga chiesto ai dirigenti più in vista di fare da traino nei collegi uninominali, fermo restando il paracadute del proporzionale, visto che per il centrodestra, in assenza di un listone unico, lo scoglio della quota maggioritaria appare pressoché insormontabile in gran parte dell'Italia.

Berlusconi a sorpresa potrebbe poi concedersi un grande ritorno. Venerdì, infatti, potrebbe intervenire al convegno dei giovani di Confindustria all'Excelsior Palace Hotel di Rapallo. Il presidente di Forza Italia non ha ancora sciolto tutte le riserve, ma le possibilità che possa accettare l'invito confindustriale e prendere parte a un appuntamento che si terrà in un territorio che conosce bene e dove c'è un sindaco di centrodestra molto stimato come Carlo Bagnasco sono concrete. Tre ospiti sono già dati per certi: il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, Angelino Alfano e Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico. Per il Pd potrebbe esserci Matteo Renzi o più probabilmente Maria Elena Boschi o Maurizio Martina. Per i Giovani Industriali, il convegno a Rapallo è un ritorno alle origini: la prima edizione, il 4 luglio 1970, si svolse qui. Dal 1971 al 2016 il convegno ha trovato la sua sede a Santa Margherita Ligure.

Nel partito intanto si continua a ragionare su candidature e collegi, un'operazione nella quale oltre a Berlusconi sarà centrale il ruolo di Gianni Letta. Il numero su cui si ragiona è quello di 110-120 eletti. Il drappello dei parlamentari di centrodestra potrebbe essere nutrito, a condizione che Fratelli d'Italia riesca a passare la soglia del 5%. In questo senso il partito di Giorgia Meloni starebbe ragionando di presentarsi da sola, senza accordi con la Lega, tentando il tutto per tutto pur di non farsi cannibalizzare.

Resta da vedere se e quando si deciderà di interrompere l'attuale legislatura. È chiaro che essendo Matteo Renzi quello più interessato ad accorciare i tempi sarà a lui a dover sopportare l'onere di «dimissionare» il governo Gentiloni di cui è il principale azionista parlamentare. In questo seno dentro Forza Italia c'è curiosità di vedere quale tattica userà il segretario Pd per completare l'operazione e come si relazionerà con Sergio Mattarella. «Tra il dire e il fare c'è il Quirinale, una legge di bilancio almeno da imbastire e una campagna elettorale sotto il sole di agosto» spiegano. Senza dimenticare la partita delle Amministrative, fissata per domenica prossima.

Appuntamento che potrebbe attizzare o smorzare il fuoco elettorale acceso soprattutto dal Partito democratico.

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