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Berlusconi: "Premier a casa se vinciamo quattro regioni"

Il comizio del leader Fi in Umbria: "Prego San Francesco perché faccia il miracolo. Girerò l'Italia per una crociata della libertà, sennò ci teniamo Renzi per vent'anni"

Berlusconi: "Premier a casa se vinciamo quattro regioni"

Berlusconi plana nella rossissima Umbria solo nel pomeriggio. Salta la conferenza stampa mattutina di Perugia ma non rinuncia né al bagno di folla di Assisi né alla cena con gli imprenditori organizzata dalla responsabile regionale di Fi, l'onorevole Catia Polidori. Il Cavaliere duella con due avversari, uno esterno (Renzi) e uno interno (Salvini). Dal primo, Renzi, incassa l'onore delle armi: «Di lui dobbiamo aver rispetto umano e politico. Se prende dei voti qualcuno è convinto di lui». Dal secondo, Salvini, giungono minacce di opa sulla coalizione. Berlusconi solo in apparenza sembra seguirlo sul suo terreno. Salvini dice «la Grecia dimostra che l'euro è una cretinata»? L'ex premier apre: «Il ritorno alla lira? Falso problema ma sarà inevitabile se l'Europa continua ad agire così. L'euro è un'idea giusta ma nata e gestita in modo sbagliato». Poi, arrivando all'hotel Giotto e guardano il panorama della città di San Francesco confida al Giornale : "L'euro è nato male ed è una limitazione pazzesca. Ho le idee molto chiare a questo proposito ma non mi faccia dire di più altrimenti mi vengono tutti addosso». Stessa eurocritica della Lega, quindi. Ma il Cavaliere mette i suoi paletti nelle ruote del Carroccio e del suo capo: «Il leader del centrodestra dovrà essere un uomo di centro, un moderato, un liberale». Quindi non Salvini. Prima di buttarsi tra i mille del Teatro Lyrick e di elogiare Assisi («che meraviglia, sembra la Svizzera»), Berlusconi ammette: «Anche qui la sinistra comincia ad aver paura di perdere».

Poi, il bagno di folla della convention con i supporter in delirio: «Silvio, porta Ancelotti a Milano», gli grida un rossonero. Quindi il comizio. Chiede il cambiamento perché «Scopa nuova scopa bene e siamo qui per vincere e per ubriacarci lunedì e martedì. Lo dico io che non mi sono mai ubriacato in vita mia». Quindi elogia Catia Polidori raccontando l'episodio del 2010 quando la convinse a non votare la mozione di sfiducia ordita da Fini con la regia di Napolitano. Rievoca la nave della libertà del 2000 e le dimissioni di D'Alema sconfitto alle Regionali: «Andrò sulla tomba di San Francesco a chiedere il miracolo. Se Renzi dovesse perdere in Veneto, Campania, Liguria e Umbria, anche i suoi amici di sinistra lo manderebbero a casa».

Ma al di là del risultato delle elezioni il governo ha fallito: «Aumenta le tasse mentre io ero riuscito a diminuirle. E avevo abolito l'Ici». Il debito pubblico: «Lo hanno aumentato di 200 miliardi». La crisi economica: «Ogni giorno chiudono 260 aziende». E poi: «La sinistra vuole solo il potere aumentando la spesa pubblica e quindi le tasse». Quindi la magistratura: «Avrei una gran voglia di parlare ma non lo faccio. Il mio staff mi ha scongiurato di non farlo».

Accanto applaude composto l'ascetico Claudio Ricci, candidato forzista, lontanissimo dal cliché della narrazione del berlusconismo rampante e vistoso. Lui, Ricci, sempre vestito di scuro, misurato, coltissimo, non sarà un George Clooney (tanto che gli hanno spietatamente affibbiato il soprannome di «maestro Yoda» vista la somiglianza con il personaggio della saga di Guerre Stellari) qui rischia di fare il botto. O il miracolo visto che siamo ad Assisi ed è amatissimo primo cittadino da due mandati. «Le mie orecchie lunghe? Per ascoltare la gente: infatti ho sempre vinto al primo turno - dice autoironico - in una terra che più rossa non si può». Il suo atout ? Il rispetto del comandamento berlusconiano del «Giù le tasse». Infatti sciorina i suoi successi ad Assisi: «Addizionale Irpef? Zero per tutte le categorie. Tassa di soggiorno? Zero. Tassa sui rifiuti? Zero. E siccome non sono come Renzi che lima un'imposta per gonfiarne un'altra, non c'è chiesa o basilica che faccia pagare il ticket d'ingresso». Altra impresa portata a termine dal mistico candidato: «Ho lavorato per venti mesi per tenere unito il centrodestra». E infatti è riuscito a mettere tutti d'accordo: da Salvini ad Alfano, passando per la Meloni. Commento del Cavaliere: «Qui il candidato è riuscito a mettere insieme tutti. Non capita spesso in questo disastrato centrodestra». Dopo i complimenti ad Assisi l'affondo: «Salerno? È un disastro. Sono stato in Campania, ho visto i conti della città: un disastro finanziario». E sul suo futuro: «Sento di dover ancora fare qualcosa per il mio Paese. E girerò l'Italia per la crociata di libertà. Farò il missionario.

Altrimenti ci teniamo Renzi per vent'anni».

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