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Berlusconi pronto a incassare la vittoria sulla legge elettorale

Tra domani e mercoledì i passaggi cruciali. Il leader: la coalizione non vince senza Fi

Berlusconi pronto a incassare la vittoria sulla legge elettorale

Sulla scacchiera della grande trattativa si procede attraverso mosse d'attesa. Non è tempo di annunci e improvvise accelerazioni. I principali partiti centellinano le loro dichiarazioni in attesa della stretta finale sulla legge elettorale che potrebbe avvenire tra martedì - quando i capigruppo di Forza Italia e Pd dovrebbero incontrarsi - e mercoledì quando conclusa la direzione di via del Nazareno dovrebbe esserci un contatto telefonico tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

Se la proposta di Forza Italia di un sistema elettorale «alla tedesca» otterrà il via libera, il testo passerà al vaglio delle Camere. In caso di approvazione entro il mese di luglio, secondo le ultime indiscrezioni, il Capo dello Stato potrebbe prendere in considerazione come data per le elezioni il prossimo 8 ottobre, in modo da passare il testimone della Legge di Stabilità al nuovo governo. L'altra data che circola è quella del 22 ottobre.

Di certo se Forza Italia riuscirà davvero a ottenere la legge su cui insiste da mesi dovrà lavorare per allontanare i dubbi e i sospetti che si annidano tra gli alleati. Silvio Berlusconi, nel messaggio inviato sabato a Francesco Paolo Sisto, ha detto con chiarezza che «il centrodestra non può vincere senza Forza Italia». Un modo per rivendicare la centralità azzurra, ma anche di definire con chiarezza il perimetro di gioco del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina. Inevitabili, però, le schermaglie e i sospetti, alimentati in questo caso soprattutto dalla Lega. «Mi domando solo perché Berlusconi, se veramente vuole governare a livello nazionale come in Veneto, Lombardia e Liguria, non abbia scelto un sistema maggioritario che portava alle coalizioni, ha voluto il proporzionale» dice Matteo Salvini, ospite de «L'Intervista» di Maria Latella su SkyTg24. La replica è affidata a Renato Brunetta: «Ricordo all'amico Matteo Salvini che il presidente Silvio Berlusconi in tutte le sue dichiarazioni pubbliche e in tutte le sue interviste ha difeso e difende a spada tratta, nonostante il comportamento non sempre lineare degli alleati, il centrodestra unito di governo. Per Forza Italia il centrodestra unito di governo è stato il marchio vincente, con il copyright di Berlusconi, di questa seconda Repubblica, è realtà di governo in tante regioni e in tante città, e anche in futuro sarà protagonista a livello locale e a livello nazionale». Brunetta fa anche notare come «in tutti i sondaggi l'alleanza di centrodestra, unita come nel 2013, è tra il 32 e il 35%. Il Pd è intorno al 25-27%, il M5s è tra il 26 e il 28%». Rincara la dose Maurizio Gasparri: «In Germania il più delle volte il sistema elettorale ha fornito una risposta chiara facendo vincere uno dei due schieramenti alternativi. Non c'è quindi nessun automatismo fra un sistema tedesco e grandi coalizioni. Dipende dalla forza della proposta politica che si mette in campo e dalla capacità di attrarre consensi».

Chi vede all'orizzonte il profilarsi di una «vastissima alleanza intorno a Berlusconi» è il segretario di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi. «Dopo il partito animalista presto presenteremo la nuova proposta democristiana che abbiamo progettato con il presidente Berlusconi».

Bisognerà vedere, a questo punto, se e come procederà la trattativa e se davvero reggerà la soglia al 5%.

Una barriera che secondo il professor Roberto D'Alimonte rappresenterebbe una «drastica e salutare semplificazione del quadro politico», ma sulla quale i partiti più piccoli sono comprensibilmente pronti a scatenare battaglia.

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