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Berlusconi punta su Giorgetti per trovare i voti "responsabili"

Gli azzurri decisi a provare la carta di un governo di minoranza sul modello spagnolo. I dubbi di Salvini

Berlusconi punta su Giorgetti per trovare i voti "responsabili"

Cercasi convergenze in Parlamento. A 64 giorni dal voto lunedì riprendono le consultazioni. Il centrodestra si presenterà unito al Quirinale e davanti a Sergio Mattarella questa volta potrebbe davvero chiedere di verificare la famosa ipotesi del governo di minoranza, guidato da una personalità della Lega (Matteo Salvini in pole position, ma se non arrivassero segnali «preventivi» da altre forze politiche il nome più naturale sarebbe quello di Giancarlo Giorgetti).

Per la soluzione del rebus Silvio Berlusconi - che parlando con i suoi collaboratori ieri definiva «surreali» le accuse di Di Maio a Salvini su suoi presunti finanziamenti alla Lega - non cambia linea: spetta al centrodestra provare a formare un esecutivo, magari grazie al soccorso di parlamentari responsabili. Uno schema che ricalca il modello spagnolo del governo di minoranza o della «non fiducia» per le urgenze del Paese, che piace molto anche al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

Forza Italia è convinta che non si possa lasciare il capo dello Stato senza una via d'uscita. L'idea è quella di chiedere a Giorgetti di fare da «lepre», tirando il gruppo per il primo miglio per verificare la tenuta di questo esperimento alla prova di alcuni provvedimenti urgenti come la manovrina economica richiesta dalla Commissione Ue per evitare l'aumento dell'Iva e la riforma della legge elettorale. Sulla legge elettorale Forza Italia - che inizialmente non nascondeva le sue perplessità - si starebbe convincendo che una modifica in senso maggioritario sia possibile, anche se questo dovesse far scattare la reazione della Consulta. Peraltro gli ultimi sondaggi che danno il centrodestra unito vicino al 39% confortano in questa scelta. Se non arrivasse alcuna apertura reale, questo governo potrebbe anche concentrarsi solo sulla legge elettorale e guidare la transizione al voto.

Resta da vedere quale sarà la parola definitiva della Lega. Salvini finora si è sempre schierato contro questa ipotesi, chiudendo sia a una collaborazione con il Pd, sia a una fragile intesa con gli «Scilipoti di turno». Nelle ultime ore, però, qualcosa si sta muovendo e nel corso del fine settimana potrebbe maturare la convinzione di dover rispettare l'impegno con gli elettori. In questo caso la chiave potrebbe essere la presentazione di un «contratto di governo» fatto di pochi punti su cui chiedere la convergenza alle forze politiche, senza per questo legarsi in una vera e propria alleanza.

Forza Italia rilancia ufficialmente l'ipotesi con la presidente dei senatori azzurri, Anna Maria Bernini. «A due mesi dal voto la priorità è dare subito un governo al Paese, uscendo dalle chiacchiere inconcludenti e dannose di chi parla troppo e fa troppo poco. Un governo di centrodestra, votato dagli italiani e sostenuto in Parlamento da voti responsabili, per rispondere presto e bene a bisogni ed esigenze del Paese». Un ulteriore chiarimento arriva da Licia Ronzulli: «Al capo dello Stato lunedì diremo che serve un governo di centrodestra, con alcuni punti programmatici, un minimo di correzione della legge elettorale, la messa in sicurezza dei conti pubblici. Andare al voto non cambierebbe le cose». Ronzulli ricorda che «nella coalizione abbiamo sempre detto che chi ha un voto in più esprime il candidato premier. Spetta alla Lega scegliere». Alla domanda se sia Salvini, Ronzulli replica: «Lo deciderà Salvini.

Noi indichiamo Salvini».

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