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Berlusconi punta su Milano e blinda l'asse con il Carroccio

Pranzo con Maroni per discutere sul candidato del centrodestra dopo i guai di Pisapia. Il governatore: "C'è piena intesa su tutto"

Berlusconi punta su Milano e blinda l'asse con il Carroccio

Il tempo stringe, la scadenza del 2016 si avvicina e la Giunta Pisapia traballa ogni giorno di più. L'ultimo campanello d'allarme arriva dalle dimissioni, tutte politiche, del vicesindaco meneghino Lucia De Cesaris. Un segnale che le ferite nella maggioranza sono profonde e l'ultimo miglio dell'amministrazione di centrosinistra rischia di essere molto accidentato. Per questo Silvio Berlusconi e Roberto Maroni decidono di vedersi per cercare di entrare nel merito della questione del candidato sindaco per Milano che nelle intenzioni si vorrebbe risolvere entro il mese di ottobre.

L'incontro era fissato da giorni. L'idea di fondo di Forza Italia e Lega è quella di farsi trovare pronte, se possibile partendo in anticipo rispetto agli avversari, a loro volta in difficoltà rispetto all'individuazione di candidati credibili. Un asse - quello storico tra il partito azzurro e il Carroccio - che dovrebbe poi rafforzarsi anche con la comune battaglia referendaria per l'autonomia lombarda. Nelle intenzioni dei due ci sarebbe la volontà di perseguire lo «schema Brugnaro», individuando un outsider, capace di rappresentare un valore aggiunto di credibilità.

Ma tutte le opzioni sono ancora aperte, visto che sia Forza Italia che la Lega sarebbero in grado di esprimere anche candidature politiche forti. E nessuno esclude che Matteo Salvini, qualora la situazione non dovesse sbloccarsi, possa con un colpo di teatro riprendersi la scena e candidarsi. «Non c'era bisogno di chiarire alcunché, c'è piena intesa su tutto. È stato un incontro molto cordiale e soddisfacente» dice Maroni, alla fine del pranzo. «Berlusconi non lo vedevo da tempo, abbiamo parlato di tante cose. Di politica, di Europa, di Milan e anche delle questioni che stanno occupando la Regione, in particolare la legge di evoluzione del sistema sanitario».

Proprio su quest'ultimo tema, al Pirellone ci si attendeva un chiarimento sui punti che ancora dividono Fi e Lega. Berlusconi ha rivendicato l'accordo originario di inizio consiliatura che prevedeva per il partito che non ha avuto la presidenza l'assessorato alla Sanità. Un punto su cui Maroni avrebbe confermato la disponibilità al dialogo. «È stato un pranzo fra vecchi amici. E ci sono andato non per risolvere nodi, quelli li risolvo qui con il gruppo di Forza Italia». A chi glielo chiedeva, il governatore ha risposto che si è parlato «anche di Milano 2016». Ma ha replicato con un «no comment» alla domanda se con Berlusconi si sia parlato di scadenze precise.

Nel frattempo oggi il presidente di Forza Italia tornerà a Roma per valutare le fibrillazioni in corso nei gruppi parlamentari, con il battesimo dell'avventura dei fittiani, le manovre in corso dei verdiniani (e la costruzione del partito di Flavio Tosi a cui sta lavorando il deputato Roberto Caon). Tutti movimenti che, secondo Berlusconi, «si condanneranno inevitabilmente all'irrilevanza». Domani, poi, Berlusconi incontrerà gli amministratori locali di Forza Italia, convocati a Roma da Marcello Fiori alla Camera.

«Abbiamo voluto organizzare questo primo incontro per fare un punto riguardo i bisogni reali delle amministrazioni locali che sono quelle più vicine ai cittadini ed erogano servizi fondamentali per la qualità della vita delle persone» spiega Fiori, responsabile Enti Locali.

«Combattere per diminuire la pressione fiscale per le imprese e le famiglie, tagliare drasticamente la burocrazia, aumentare la sicurezza: queste le priorità con cui discuteremo con il presidente».

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