Politica

Berlusconi-Putin, asse utile all'Italia

Il vero interlocutore del presidente russo è il Cavaliere, che lo ha ricevuto nella sua casa nel centro di Milano

Berlusconi e Putin in un faccia a faccia del 2002
Berlusconi e Putin in un faccia a faccia del 2002

Roma - Patto del Nazareno o soccorso azzurro sono termini eccessivi ma di fatto a Renzi fa molto comodo la diplomazia di Arcore. Anche i sassi sanno che tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi i rapporti non sono ottimi. Di più. I due leader sono legati da fraterna amicizia e spesso si sentono al telefono. Si fidano l'uno dell'altro e si stimano al punto che quando il presidente russo mette piede in Italia non rinuncia mai a una visita all'«amico Silvio».

Così fu l'ultima volta che i due si videro faccia a faccia: a Roma, nel novembre del 2013, durante una cena a palazzo Grazioli. Intesa perfetta allora tanto che Putin raggiunse Trieste per un colloquio con l'allora premier Enrico Letta, con un'ora e passa di ritardo. Intesa perfetta anche ieri sera, quando i due sono tornati ad abbracciarsi dopo quasi un anno. Il tribunale di sorveglianza, tra l'altro, ha concesso a Berlusconi di dormire fuori casa. Presente all'incontro, che inizialmente doveva tenersi a villa Gernetto ma poi s'è optato per la casa del Cavaliere in via Rovani a Milano, il solo Valentino Valentini. Parlamentare azzurro, poliglotta e ferrato anche in russo, Valentini è stato tutor delle imprese italiane in Russia ed è stato uomo-ombra di Berlusconi, specie a Mosca, quando questi era premier. Sa cos'è la diplomazia esattamente come il Cavaliere che, con l'amico Vladimir, s'intende a menadito. Ecco perché, più che aggiornare Renzi, sarà presumibilmente Renzi a chiedere aggiornamenti a Berlusconi sulle vere intenzioni dello «zar». La crisi ucraina, con tutte le conseguenze economiche, politiche e diplomatiche, è al centro delle preoccupazioni di tutti. Come la pensi il Cavaliere è noto ed è sicuro che lo abbia ripetuto anche al capo del Cremlino. «Le sanzioni sono un grave errore che danneggiano l'Italia e l'Europa intera», ha sempre denunciato il Cavaliere. Le sanzioni hanno provocato la ritorsione di Mosca che non compra più beni dai Paesi sanzionanti. Qualche numero? Meno 16% nell'export verso la Russia che tradotto in soldoni fa meno 3 miliardi di euro da gennaio ad agosto. Il tutto per una politica europea che Berlusconi ritiene miope se non scellerata. Il risultato di una condanna così netta verso Mosca, con le relative sanzioni, ha di fatto ricreato il gelo nei rapporti tra Ovest e Est. E Berlusconi cerca di riscaldare i rapporti. Cosa che ha sempre fatto fino all'apice della sua azione, culminata con il vertice di Pratica di Mare del maggio 2002. Sembra un secolo fa.

Ecco perché la visita di due amici - i colloqui sono in forma strettamente privata - assume una valenza politica fuori dall'ordinario.

Tanto che il Mattinale dice chiaro: «Si tratta di preparare il terreno perché il summit di Milano sia massimamente positivo, facendo del nostro Paese il protagonista di un autentico nuovo disgelo che rompa il muro della guerra fredda stupidamente voluto da un'Europa piegata agli interessi americani».

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