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Berlusconi: Renzi è un leader perché mi hanno buttato fuori

Il Cavaliere continua l'opera di aggregazione: «La Lega si allei con noi. Solo il M5S è populista»

Berlusconi: Renzi è un leader perché mi hanno buttato fuori

Roma È un Silvio Berlusconi a tutto campo quello andato in onda ieri mattina su Rtl 102,5. Parla del suo stato di salute, del futuro del centrodestra, di Parisi, Renzi, della Lega e di Trump. Il tema caldo è ancora Mister Chili e il Cavaliere conferma le sue perplessità: «Su di lui ho fatto solo una constatazione. In una coalizione i toni troppo accesi non servono, le polemiche non sono utili, i personalismi sono addirittura deleteri, da qualsiasi parte provengano». E ancora: «È evidente che nessuno, si tratti di Parisi o di chiunque altro, può pensare di avere la guida in una coalizione se gli altri membri della stessa coalizione non lo accettano». Altro stop: «Non è questo il ruolo che Parisi aveva scelto per se stesso e che ha cominciato a svolgere con il mio consenso. Il suo ruolo era raccogliere risorse, energie nuove, protagonisti nuovi nella società civile. Ha sempre detto di non considerarsi di Forza Italia, ma mi auguro che vada avanti nel suo lavoro e che alla fine ci si possa ritrovare insieme. Dobbiamo rinnovarci senza rottamarci e Stefano Parisi può darci una mano nella ricerca di persone nuove». È evidente che l'erede non sia Mister Chili: «Io spero che ci sia. Fino adesso non sono stato capace di fare una scelta: avevo puntato molto su qualcuno che poi è passato dall'altra parte (riferimento ad Alfano, ndr). Alcuni personaggi hanno deluso». Poi la battuta un po' a sorpresa: «Oggi in Italia leader veri dentro la politica ce n'è solo uno ed è Matteo Renzi. Fuori dalla politica forse ce n'è qualcuno ma dalla politica è stato buttato fuori». Il pensiero dell'ex premier è chiaro. In Italia ci sono due leader, quello del centrosinistra è Renzi, quello del centrodestra è lui, ma lo hanno buttato fuori con strumenti extrapolitici. Quindi ne resta no. Un modo anche per ridimensionare le aspirazioni di leadership dei vari Salvini o Parisi di turno.

Con la Lega si cerca di ricucire anche se il Cavaliere rivendica la sua diversità: «È molto faticoso mettere insieme la destra con il centro. Noi siamo il centro moderato e spero che in Italia la forza populista sia soltanto quella dei Cinquestelle e che la Lega possa aderire ad una coalizione con noi. Con la Lega siamo alleati corretti e leali, e governiamo in tre importanti Regioni italiane e in moltissimi Comuni».

Quindi parla di scenari dopo il referendum: «Se vince il No si aprono più possibilità. La prima è che si riesca a fare tutti insieme una legge elettorale ragionevole e poi si va a votare. E poi si apre la possibilità di una nuova riforma che contenga alcune cose che in questa non ci sono, che è una riforma pericolosa per la democrazia perché può aprire la via a una deriva autoritaria». E poi: «Non è vero, come dice Renzi, che se vince il No ci sarà il caos. Fa come Napolitano nel 2011 che lo disse per farmi dimettere».

Ritorna sul Nazareno, il Cavaliere: «Avevamo il dovere di provarci ma poi ci siamo resi conto che Renzi voleva un abito su misura per sé e per il Pd. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il metodo con cui è stato eletto Mattarella». Già, Mattarella; che dovrà dipanare la matassa qualora Renzi perda: «Se Renzi darà le dimissioni - spiega - tutto sarà nelle mani del capo dello Stato. Noi con il senso di responsabilità, con il senso dello Stato che abbiamo sempre avuto, decideremo di conseguenza». Poi sul suo stato di salute: «Grazie a Dio sto bene, ho passato la prova più difficile della mia vita, ora tutte le mattine faccio un'ora di ginnastica e di nuoto».

Per essere in forma e, come sempre, ancora in campo.

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