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Berlusconi ricuce: "Normale dialettica Il centrodestra è ineliminabile"

L'invito del leader: «Dobbiamo andare d'accordo». E rilancia Fi

Berlusconi ricuce: "Normale dialettica Il centrodestra è ineliminabile"

Roma - Lo strappo con la Lega su Marcello Foa presidente della Rai? La minacciosa Opa di Matteo Salvini che l'accusa di sfasciare la coalizione per andare con il Pd? Silvio Berlusconi non sembra affatto preoccupato. Anzi ribadisce: «Il centrodestra è ineliminabile in Italia, quindi dobbiamo sempre andare d'accordo».

Uscendo dall'ospedale San Raffaele di Milano, dove ha completato i controlli medici, il leader di Forza Italia assicura che sta bene, è «tutto a posto». A proposito dello scontro sulla Rai, in un'intervista ad Huffington post il Cavaliere parla di «normale dialettica fra alleati» e difende addirittura il leader leghista dalla «demonizzazione», dicendo che «non è né razzista né nemico della democrazia».

Ma le tensioni nella coalizione sono innegabili, si teme che Salvini abbia calcato la mano sul caso Foa per rompere l'alleanza e allargare quella con il M5S sul territorio, preannunciando una fuga di eletti ed elettori azzurri verso il Carroccio.

«Spero - replica Mara Carfagna, vicepresidente della Camera - che le parole riservate da Salvini a Berlusconi siano dettate dal suo carattere esuberante. Se così non fosse si assumerà lui la responsabilità di dividere e di spaccare, su una vicenda marginale come l'occupazione di una poltrona, una coalizione che per oltre 20 anni ha garantito benessere, sviluppo e buona politica. Piuttosto che minacciare i suoi alleati, pensi a modificare il decreto Di Maio».

Ma la vera risposta di Fi è nei segnali di vitalità del partito, impegnato nell'operazione di rilancio, tra campagna di nuove adesioni e congressi a dicembre e gennaio per eleggere i responsabili comunali e provinciali in tutt'Italia. «Non abbiamo perso nessun deputato o senatore, anzi siamo aumentati da 104 a 105 con Enrico Costa. Altri hanno bussato alla nostra porta e il gruppo si ingrosserà nel corso della legislatura», assicura a Radio 24 il portavoce dei parlamentari di Fi Giorgio Mulè. Che smentisce le voci di dissidi interni su Foa, anche tra il leader e il vicepresidente Antonio Tajani, che ha sostenuto la linea dura con la Lega, come gli altri consiglieri, da Gianni Letta a Fedele Confalonieri, a Niccolò Ghedini. «Ero presente - assicura Mulè, alludendo alla presunta minaccia di dimissioni - Tajani non va da nessuna parte e non litiga».

Fi vuole dimostrare di non essere subalterna alla Lega, di avere la sua identità, di essere sempre viva e attrattiva e di poter resistere ai tentativi ormai smaccati di Salvini di fagocitarla. Una nota annuncia che, «al termine di una campagna adesioni profondamente innovativa nei metodi e nell'uso della tecnologia e della rete», sono diventati azzurri in Calabria 150 fra sindaci, assessori e consiglieri comunali, «espressione di liste civiche» e in Lombardia 10 sindaci della provincia di Cremona. Per preparare i congressi di cui ha parlato Berlusconi come segnale di «democrazia dal basso», è stata insediata la commissione presieduta da Tajani, con Anna Maria Bernini, Mara Carfagna, Gregorio Fontana, Elisabetta Gardini, Niccolò Ghedini, Mariastella Gelmini, Sestino Giacomoni, Alfredo Messina, Andrea Orsini, Licia Ronzulli, Giovanni Toti». In autunno, poi, si terrà il congresso di Fi-Giovani per la Libertà, per l'elezione dei vertici, «con una procedura nuova, aperta, basata sulla rete».

Insomma, non sono solo i grillini a navigare sul web, i mezzi si rinnovano, l'importante è che ci siano messaggi da lanciare.

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