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Berlusconi scommette sull'asse con la Lega: "Non romperà il patto"

Il leader azzurro smentisce le aperture al Pd ed evoca il voto: "Se c'è lo stallo è inevitabile"

Berlusconi scommette sull'asse con la Lega: "Non romperà il patto"

Conclusa la missione molisana e in attesa di conoscere i risultati del voto regionale, Silvio Berlusconi pianta semi di pace nel campo del centrodestra. Lo fa con toni misurati, dicendosi certo che la coalizione non si spaccherà e sconsigliando a Matteo Salvini di farsi trascinare nella rete pentastellata.

«Il leader della Lega rappresenta una coalizione del 37%» dice il presidente di Forza Italia in una intervista al Corriere della Sera. «Non vedo che interesse avrebbe a rinunciare a questo per fare il partner di minoranza dei 5 Stelle. Sono certissimo, anche dai contatti avuti in queste ore, che continuerà a parlare e a operare in nome dell'intero centrodestra».

Per rafforzare il concetto Berlusconi pronuncia con chiarezza la parola «elezioni» come alternativa concreta allo stallo. «Non stiamo cercando un'interlocuzione politica col Pd, né ci sono segnali da parte loro. Se non si trova nessuna soluzione mi sembra inevitabile» tornare a votare. «Però «sarebbe un peccato», aggiunge. «Un governo che escluda le elezioni fra Pd e 5 Stelle - dice a proposito dell'ipotesi di un esecutivo guidato da Fico -, sarebbe un ennesimo tradimento della volontà degli elettori. Finirebbe malissimo in tempi molto brevi». Di certo il M5s «ha dimostrato in modo inconfutabile che non sarebbe ipotizzabile governare con loro».

In realtà in queste ore i contatti tra Forza Italia e Lega sono stati piuttosto difficoltosi. La strategia salviniana sembra quella di tenere sulla graticola gli azzurri per indebolirne le resistenze, facendo balenare lo spettro di un accordo fuori dai patti elettorali con i Cinquestelle. Ma il timore di una accelerazione improvvisa - nella giornata di sabato erano circolate voci in questo senso - sembra ormai sfumato. E nel campo leghista sembra stia prevalendo l'intenzione di non forzare la mano, facendo cadere nel vuoto la «tentazione» del governo gialloverde.

Se la giornata di oggi coinciderà con la fine della riflessione del Capo dello Stato dopo l'esplorazione compiuta da Elisabetta Alberti Casellati, sempre oggi tornerà a riunirsi il tavolo delle Amministrative guidato da Maurizio Gasparri. E proprio su questo fronte arrivano segnali interessanti di unità. Sono stati già stretti accordi in 21 dei 26 capoluoghi nei quali si andrà al voto e nelle prossime ore si potrebbe chiudere per Terni alla Lega con Viterbo a Forza Italia. A livello locale, insomma, nonostante le schermaglie nazionali, il format Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia tiene e non mostra particolari crepe. Il Carroccio ha anche deciso di convergere su Salvo Pogliese come candidato unitario a Catania.

Naturalmente gli azzurri attendono di capire se in Molise resteranno invariati gli equilibri tra Forza Italia e Lega. Ma l'opzione dello strappo leghista viene ritenuta in calo. «Quello di M5S è un lavoro chirurgico per indebolire il centrodestra» riflette un dirigente azzurro. «Sanno che il centrodestra è l'avversario più competitivo e insidioso. l'unico che li divide dal potere. Se riescono a rompere il nostro fronte, si trovano di fronte a una strategia win win: se il governo decolla sono in una posizione di forza rispetto all'alleato leghista. Se le cose vanno male, possono scaricare sulla Lega le colpe e andare a votare con un centrodestra indebolito.

Ma Salvini ha la giusta esperienza per non scambiare trappole per lusinghe».

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