Politica

Berlusconi sferza i fuoriusciti "Mestieranti della politica"

Il Cavaliere ad Atreju duro con chi ha lasciato Fi E su Salvini: chapeau per come parla alla gente

Berlusconi sferza i fuoriusciti "Mestieranti della politica"

Berlusconi arriva, come promesso, perché «avevo dato la mia parola. Quindi adesso potrei anche andarmene» è la battuta d'esordio all'intervista fatta da Nicola Porro, davanti a migliaia di giovani di Fratelli d'Italia. Una battuta perché Berlusconi, davanti a Giorgia Meloni che stravede per le primarie, di fatto conferma: «Il leader sono io. Ma ritorno in campo quando l'Europa avrà annullato la sentenza ignobile che mi ha cacciato dal Senato».

Cosa dire a questi giovani?, domanda Porro. «Non abbiamo molte cose buone - dice il Cavaliere -. Oggi in Italia non siamo in una democrazia. Per la terza volta c'è un governo non eletto e il premier non è stato nemmeno eletto in Parlamento». Peggio: «L'opposizione non ha il suo leader che è stato fatto fuori con una sentenza assurda, incredibile e ignobile. Questo è il Paese di oggi ma sembra non interessi nessuno. Abbiamo subito 4 colpi di Stato in vent'anni». Poi ammette: «Io vorrei tornare a parlare di politica quando mi sarà restituita la dignità politica». Quelli che se ne vanno? «Evviva, deo gratias . Tutti mestieranti della politica che considerano Fi come un taxi». Parla poi di comunismo: «La sinistra continua a farmi una gran paura». Ma il tema centrale è che già oggi, Fdi, Lega e Fi insieme «sono la maggioranza del Paese e valgono di più del Pd». Applausi in sala perché anche i meloniani vogliono l'unità del centrodestra. Poi parla di Salvini: «Chapeau al modo in cui sa parlare alla pancia della gente. È molto utile al centrodestra». E rivendica il suo ruolo: «Resto alla guida di Forza Italia» e parla del programma. Tira fuori dalla tasca un foglio: «Eccolo qua. Abbiamo fatto un focus, Giorgia, apri le orecchie. Fatto da due meno e tre più. Meno tasse e meno stato; più sicurezza e più aiuti deboli e più benessere». Sciorina i punti programmatici: «Meno tasse su famiglie, imprese e partita Iva. Flat tax al 20 per cento. Via le tasse sulle casa». «Ma lo sta facendo Renzi», ribatte Porro. «No, non lo farà - giura il Cavaliere - la sinistra non la vuole». Poi continua: «La pressione fiscale, quando eravamo al governo, era molto più bassa di oggi».

E poi evoca la «chiusura di Equitalia» e la platea esplode. «Aumento del limite del contante a 8mila euro e più aiuti a chi ha bisogno». Obiezione di Porro: «E i soldi? Dove li trovate?». «Abbiamo fatto i conti - giura Berlusconi -. Ci sono risorse anche per dare le pensioni alle mamme. Lo Stato non può più girare la testa dall'altra parte». Quindi parla di «riforma della giustizia» e boccia la riforma delle intercettazioni perché «quella che sta facendo Renzi è un pasticcio». Quindi si riparla di primarie: «Dov'è il leader forte? Qualche volta guardando lo specchio... Non mi sottraggo alla battuta. Nel centrodestra? Non lo so. Io non mi tiro indietro e mantengo senso di responsabilità che mi ha spinto a scendere in campo. E oggi lo sento ancora. Verso il Paese e verso i cittadini anche se avrei voglia di andarmene vista l'età. Anzi, battetemi le mani visto che è il mio compleanno». E ancora: «Se ci sono tutte seconde file vanno bene le primarie e vinca il migliore». E poi parla di classe dirigente «dobbiamo chiamare gente nuova, giovani con passione della politica ma mai come unica professione».

Riforme di destra le possono fare solo quelli della sinistra? Porro cita l'Imu, l'articolo 18 e il decreto anti sindacati. «Se l'avesse fatto lei...». Berlusconi spiega: «Fanno cose di stampo liberale per prendere voti dei moderati ma è una mossa furba. Noi dobbiamo parlare alla massa di delusi per avere una grande maggioranza». Quindi parla di Putin: «Fanno come con me, lo dipingono in modo sbagliato: non è comunista. È riflessivo, profondamente liberale e un democratico. Lo considero un fratello minore e oggi è il numero uno tra i leader del mondo. Dove c'è carenza di leadership». C'è lo spazio per una battuta sulla Mogherini: «Chi scusi?», risponde a Porro ricordando che l'Italia «oggi non conta nulla». Rievoca la battuta sulla Merkel «mai fatta» e ricorda la sua battaglia per la Bce: «Riuscii a fare nominare Draghi e successe che tutte le banche tedesche furono invitate a vendere miliardi di titoli italiani. Questo portò innalzamento dello spread». Di fatto, un complotto internazionale. Berlusconi giura: «L'Italia era ed è tuttora solida. È stata una guerra finanziaria per far cadere il mio governo». La ripresa economica? «No. Non c'è. Siamo usciti dalla recessione ma è una ripresa superficiale, da zero virgola».

Applausi e cori, con tanto di firma di una maglietta del Milan portata da un tifoso rossonero.

Commenti