Elezioni Politiche 2018

Berlusconi: "Sfida tra noi e M5s, Pd si è chiamato fuori"

Il Cavaliere mette nel mirino i dem: "Scesi al 20 per cento, Renzi non ha saputo tenere i suoi". Su Di Maio: "Non sa governare"

Berlusconi: "Sfida tra noi e M5s, Pd si è chiamato fuori"

Silvio Berlusconi va avanti nella sua corsa per la campagna elettorale in vista del voto del prossimo 4 marzo. Il Cav, intervenendo durante un incontro nella sede romana di Confcommercio, ha sottolinetao il suo impegno per l'appuntamento con le urne: "Sono qui come imprenditore che parla agli imprenditori, come sapete sono incandidabile. Sono sceso in campi perchè ho sentito quel dovere che avevo sentito già nel 1994 quando si era aperta una autostrada per l’ascesa al governo del Partito Comunista Italiano. Io a 12 anni andavo ad attaccare i manifesti della Dc, ho preso anche un pò di botte dai compagni". Poi Berlusconi, ricordando sempre la sua discesa in campo, afferma: "Capiì - ha aggiunto - che ero l’imprenditore con maggiore notorietà, tra il Milan e le mie televisioni, e scesi in campo due mesi prima delle elezioni. Ho una condanna criminale perchè secondo loro avrei guadagnato 3,5 milioni di tasse. Io sono stato abituato a resistere però, a tutte le infamie e gli attacchi, dalle falsità come il bunga bunga, che ora si stanno rivelando come tali".

A questo punto il leader di Forza Italia guarda alla sfida elettorale e mette nel mirino il Movimento Cinque Stelle: "La sfida è fra centrodestra e Movimento 5 Stelleperché il Pd si è chiamato fuori: Renzi avuto il grande merito di avere tagliato i legami con il passato comunista ma non è stato in grado di tenerei suoi e quindi la sinistra si è divisa. Oggi è un partito sceso al 20% equalcosa e quindi non ha alcuna possibilità". Berlusconi a questo punto ripercorre le vicende che lo hanno coinvolto in questi anni passati in prima linea con il suo impegno politico: "Abbiamo assistito negli ultimi anni a 5 colpi di Stato in Italia, ma siccome Berlusconi era ancora il leader più popolare, lo sono tutt’oggi, c’è stato bisogno di inventare la condanna per metterlo fuori gioco. Nonostante i vari 'attacchi giudiziari subiti e le infamità di cui sono stato accusato, 'ancora oggi sono sempre il leader in testa rispetto agli altri, anche se sono incandidabile...''. C'è spazio anche per una stoccata a Luigi Di Maio: "Per fare questo reddito di cittadinanza ci riempirebbero di altre tasse. Nel programma dei 5 Stelle c’è un innalzamento delle tasse sulla casa, come in Francia, le più alte al mondo. E poi sulla tassa di successione, una cosa immorale ed inaccettabile. Questo è ciò che ci attende oltre alla incapacità assoluta e all’impreparazione a governare. Di Maio non è stato capace di prendere una laurea come potrebbe essere in grado di governare un Paese. Ci sono voci in giro che ci deve essere un altro dietro a Di Maio, il magistrato più spinto della sinistra italiana, che potrebbe essere il reale candidato a 5 Stelle. Se questo accadesse, spiega il leader azzurro, "manderò una cartolina dall'altra parte del mondo al presidente". Infine il Cavaliere torna a parlare dell'ipotesi di un "ministro alla Spending Review" in un governo di centrodestra: "Carlo Cottarelli l'ho sentito ieri per telefono, mi ha ringraziato e mi ha detto di essere disponibile ad entrare nella squadra di governo, uno dei 12 nomi non provenienti dalla politica". E al Cav risponde Cottarelli: "Sono stato contattato da diversi movimento politici e a tutti ho detto 'grazie è un onore', ma al momento voglio continuare a fare il mio lavoro. Vorrei quindi chiarire di non aver dato la mia disponibilità a nessun schieramento a partecipare in qualunque forma a un futuro governo. Fare il ministro richiede una condivisione di programma - spiega - condivisione che si può avere concretamente solo dopo elezioni.

Ora è difficile capire quale siano davvero i programmi dei partiti politici".

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