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Berlusconi si concentra sul puzzle delle Regionali

Il leader azzurro vuol convincere Ncd e Carroccio a mettere l'alleanza "davanti a tutto". Ma ha solo dieci giorni di tempo

Berlusconi si concentra sul puzzle delle Regionali

Roma - Una settimana, massimo dieci giorni, per riportare tutti alla ragione. Un lasso di tempo ragionevole per provare a disinnescare le mine piantate nel percorso verso le elezioni e presentare un centrodestra unito nelle Regioni in cui si voterà il prossimo maggio. Un estremo tentativo di mettere ordine nel labirinto di veti incrociati, personalismi e «narcisismi» e convincere i partiti a «mettere davanti a tutto l'alleanza» così da potersi giocare la partita fino in fondo. Poi avanti con le scelte, all'insegna del motto «alla guerra come alla guerra».

Da Arcore Silvio Berlusconi segue con attenzione le delicate partite del Veneto e della Puglia, parlando quotidianamente con i coordinatori regionali. Le tensioni interne alla Lega lo preoccupano. Si rende conto perfettamente che il diktat salviniano che punta a far saltare l'accordo di Forza Italia con Ncd in Campania è un assurdo politico, visto che la Lega in Lombardia governa con gli alfaniani. Teme che il gioco d'azzardo del leader leghista venga portato troppo all'estremo e che Salvini, per perseguire un successo personale, si infili in un vicolo cieco, sulle ali dell'entusiasmo e dei sondaggi. Perché se è vero che Luca Zaia in Veneto conserva un distacco di circa 15 punti da Alessandra Moretti, è anche vero che una coalizione divisa (ma anche una Lega divisa con la possibile candidatura di Flavio Tosi) potrebbe trasformare una tranquilla navigazione verso il successo in una sorta di inutile «Rischiatutto». I contatti con i dirigenti leghisti, in verità, non si sono interrotti. Ma si attendono i risultati del vertice Lega Nord-Liga Veneta per capire come si evolverà la situazione. Lo stesso Angelino Alfano osserva a distanza l'evoluzione del quadro veneto e non risparmia una stoccata. «Non abbiamo da dire nulla circa il dibattito interno alla Lega. Salvini ormai gli italiani lo conoscono per quello che è. Non riesce a tenere unito il suo partito, figuriamoci se riuscirebbe a tenere unito il centrodestra...». Una situazione certo non inedita per Berlusconi che lavora per poter essere ancora una volta l'uomo che riesce a fare da trait d'union tra forze apparentemente incompatibili. Ma è consapevole che questa volta l'impresa è più complicata.

Discorso diverso è quello che riguarda la Puglia. Berlusconi segue da vicino le tensioni con la corrente fittiana. Ieri si è sentito telefonicamente con il neo-coordinatore Luigi Vitali che sul territorio sta adottando una linea dura e minaccia di tenere fuori dalle candidature «chi si ostinerà a boicottare il partito, e in particolare i suoi organi statutari». Contatti ne ha avuti anche con Alessandro Cattaneo che ieri è stato a Bari per «muovere energie giovani e nuove» a sostegno del candidato-governatore, l'oncologo Francesco Schittulli. Forza Italia deve decidere la linea da adottare con Fitto. C'è chi vorrebbe metterlo nelle condizioni di misurarsi all'interno delle liste azzurre, non di disimpegnarsi. E chi invece vorrebbe accendere una competizione tra la lista di Fi e le sue liste civiche (che potrebbero prendere il nome dalla sua fondazione «Oltre»). Un tema che potrebbe iniziare a essere trattato oggi, a margine della riunione del gruppo parlamentare di Montecitorio.

Ma che più probabilmente verrà trattato domani sera, in una cena ristretta a Palazzo Grazioli di Berlusconi con lo stato maggiore del partito.

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