Politica

Berlusconi torna al timone «Più forti senza i traditori»

Il Cavaliere ignora i frondisti: «Meglio soli che male accompagnati» Pronto il ritorno in campo: «Andrò in tv, la mia mancanza si è sentita»

B erlusconi, dopo lo strappo dell'amico Denis, s'era tappato la bocca. Nessun commento sull'ultimo addio, consumato senza zuffa. «No, non voglio dire una parola» aveva detto a caldo alle persone più vicine a lui. Ieri però, pur senza nominarlo mai, il Cavaliere di Verdini ha parlato eccome. Anche Denis viene inserito nella lunga lista di chi «ha tradito per fare la stampella del governo». Intervenuto telefonicamente alla festa dei club di Forza Italia, Berlusconi fa spallucce sull'ultima emorragia: «Meglio soli che male accompagnati» dice, graffiando l'ex coordinatore del Pdl. Non solo: «Il partito si è rafforzato dopo le ultime uscite, i nomi li conoscete - attacca - I professionisti e i mestieranti della politica uno ad uno se ne sono andati, quando gli è convenuto». Fa male perché «la maggioranza ci è stata usurpata, 32 senatori ci hanno tradito e sono diventati la stampella del governo». Anche Denis e la sua truppa ormai fanno parte di quelli che prendono il taxi: «nel '94 siamo scesi in campo per senso di responsabilità verso il Paese pur facendo tutti un altro mestiere e lasciando il nostro lavoro che ci piaceva tanto. Poi man mano sono saliti sul taxi di Forza Italia tanti professionisti della politica, oggi a uno a uno tutti quanti sono venuti via quando gli è convenuto. Siamo rimasti noi che crediamo nella politica come servizio al Paese».

Il partito, però, continua a perdere pezzi. Ma il Cavaliere la legge così: «La mia mancanza si è fatta sentire. Come si dice “via la gatta succede il disastro” e questo ha portato a divisioni, separazioni e partenze». Ma lui tornerà in campo presto: «Da settembre potrò tornare a far sentire la mia voce in televisione. Il mio avvento ci riporterà a quel minino del 20 per cento che è stato il nostro peggior risultato a livello nazionale. Al centrodestra e a Forza Italia - aggiunge - manca Berlusconi».

Nessuno sconto a Renzi che da martedì o mercoledì potrà contare anche sulla decina di verdiniani, pronti a fare un gruppo autonomo. Una stampella a un governo che delude, soprattutto in economia: «I segnali della ripresa sono veramente tenui. Se non si accetta l'evidenza dell'equazione che noi chiamiamo “sviluppo-benessere” l'uscita dalla crisi non ci può essere. Servono meno tasse su imprese e famiglie, meno burocrazia, che producono più consumi e lavoro nelle imprese, quindi più posti di lavoro». Renzi parla tanto ma può far poco: «Tutte cose che la sinistra non può fare, è fuori dalla loro natura, loro pensano solo ad espandere il potere attraverso l'aumento della spesa pubblica e, quindi, delle tasse». Un flebile dato positivo arriva dal mercato dell'auto ma è poca cosa: «Mi sembra che i nuovi modelli dell'Alfa vadano bene - dice il leader di Forza Italia - ho visto che c'è il successo della 500, quindi il settore dell'automobile, che valeva il 10% del Pil, dà dei segni di ripresa. So che Marchionne sta riportando a Torino e al Sud delle produzioni, quindi qualche segnale di speranza lo si avverte».

Occorre però ripensare il centrodestra e intercettare quei milioni di italiani schifati da questa politica. Ecco perché Berlusconi, più che a Forza Italia, pensa all'«Altra Italia»: sorta di fondazione capace di attirare volti nuovi e moderati. Moderati, non estremisti come la Lega; alleati ma troppo radicali.

Esempio: «Il problema dei campi dove vivono 140mila nomadi che hanno cittadinanza italiana - spiega Berlusconi - non si può risolvere solo a colpi di ruspa».

Commenti